Da anni regina dei sistemi di mira per la caccia in battuta con il suo pluricelebrato cannocchiale Magnus, nel 2017 Leica ha presentato un’altra ottica unica nel suo genere, che unisce a prestazioni di altissimo livello un’eleganza destinata a fare la felicità di chi in battuta (e in Africa) caccia con express e carabine fini. Li abbiamo messi a confronto.
Finalmente qualcuno ci ha pensato. Nell’era dell’alta tecnologia, dell’esasperazione delle prestazioni ottiche ed elettroniche, c’è chi ha dato importanza anche all’aspetto estetico del cannocchiale da puntamento.
E così Leica ha creato i suoi Visus, nati espressamente per essere esteticamente all’altezza di equipaggiare carabine ed express eleganti, pur essendo aggiornatissimi rispetto alle ultime tecnologie disponibili.
Il risultato sembra essere stato ottenuto, se chi ha avuto la fortuna di poter visitare quel fantastico show di armi spettacolari che è stato l’IWA di Norimberga 2017, ha notato modelli della linea Visus un po’ ovunque sulle armi fini dei produttori più leggendari. Uno su tutti l’inglese Rigby, che da oltre 200 anni detta legge nell’eleganza (e nell’efficacia) sulle carabine e sugli express per la caccia in Africa. Rigby ha apprezzato tanto la linea di ottiche Leica Visus, da sceglierla ufficialmente per tutte le sue campagne di comunicazione delle carabine.
E allora vediamoli, questi Visus. Si tratta di tre modelli, 1-4×24 per la caccia grossa e la battuta; 2.5-10×42 per la cerca e 3-12×50 più classico per la caccia di selezione. Se il primo è una novità assoluta della primavera 2017, gli ultimi due sono nati l’anno prima, ma da quest’anno offrono la possibilità di essere acquistati con la torretta balistica BDC di Leica, ormai celebre per la sua infallibilità meccanica.
Se l’ottica è al massimo livello Leica, il reticolo classico a croce 4A è illuminato con spegnimento e riaccensione automatica velocissimi e con puntino centrale in versione giorno e notte con 9 livelli di intensità con una ghiera di regolazione all’altezza di quelle dei clic per preservare l’armonia della forma del cannocchiale. La meccanica è quella della serie ERi da cui derivano, garantita dal suo acciaio 60 HRC sui clic e sulla tenuta della rosata.
Ogni dettaglio estetico è molto curato, a cominciare dal logo Leica e da tutti gli indicatori incisi invece che stampati e dall’utilizzo del metallo perfino per la ghiera degli ingrandimenti, lasciando alla gomma esclusivamente la protezione per l’occhio sull’oculare.
I Visus, che hanno il tubo monopezzo ricavato dal pieno da barre di alluminio areounautico ad alta resistenza, sono prodotti in due versioni, una con il tubo satinato e sabbiato, e l’altra lucida a ricordare l’eleganza dei cannocchiali di altri tempi.
La versione da 24 millimetri si adatta perfettamente, per robustezza, eleganza e prestazioni, a qualsiasi carabina da caccia grossa. Il suo campo visivo di 38 metri a 100 metri e i suoi numeri addirittura da record mondiale in fatto di pupilla d’uscita e distanza dell’occhio (10 centimetri) lo posizionano ai vertici quanto a luminosità (trasmissione di luce 93%) e sicurezza nella mira. I modelli da 42 e 50 millimetri sono perfetti per chi vuole equipaggiare un’arma elegante o per chi da anni cerca un cannocchiale moderno ma esteticamente in grado di sostituire i classici fissi da 4 o 6 ingrandimenti montati fin dall’origine su armi bellissime che hanno qualche decennio. Non mancano le migliori finezze, come il leggendario trattamento antiacqua e antisporco sulle lenti Aquadura™.
I prezzi dei Visus vanno dai 1435 euro dell’1-4×24 opaco (1745 euro la versone lucida) ai 1935 euro del 3-12×50 con bdc opaco, mentre lo stesso cannocchiale senza torretta BDC e lucido costa 2085 euro.
Considerando i due modelli da caccia in battuta, opaco e lucido, da 24 millimetri, il primo si può acquistare con 1435 euro. Sono quasi 800 euro in meno del campione in carica della categoria, il Leica Magnus 1-6.3×24, che sul listino Leica costa 2190 Euro.
Su parametri importanti quali trasmissione di luce, dimensioni (tubo classico da 30mm, lunghezza pressochè identica), distanza della pupilla, qualità delle lenti e meccanica, velocità di spegnimento e riaccensione automatica del reticolo illuminato, regolazione diottrica, trattamenti antisporco il confronto è sostanzialmente pari nell’eccellenza, come si può vedere nella tabella. Sotto alcuni aspetti, paradossamente, il Visus è addirittura superiore: ci riferiamo alla pupilla d’uscita (15,3mm contro 12,4mm) e al peso (60 grammi in meno del magnus). Se con una pupilla d’uscita (lo spazio utile alla pupilla umana per mirare all’interno dell’ottica) da 12,4mm il Magnus lascia la concorrenza indietro di oltre il 50%, 15,3mm significa comodità di osservazione per l’occhio davvero incredibile! Se si vuole equipaggiare un’arma fine, il Visus in versione satinata o lucida non è solo superiore, è qualcosa di straordinariamente elegante ed unico. Se il Magnus porta al massimo livello di sviluppo tecnologico il concetto di cannocchiale da puntamento moderno, Il visus è nato con l’obiettivo di creare un cannocchiale sì tecnologicamente avanzato, ma soprattutto bellissimo. La finitura a mano del metallo del corpo fa notare la differenza anche nella versione satinata rispetto a qualsiasi altro cannocchiale, mentre le finezze come l’incisione del logo e dei numeri indicanti gli ingrandimenti -che normalmente vengono stampati- o i copritorrette e la ghiera degli ingrandimenti in metallo invece che in gomma o plastica donano all’insieme un’eleganza adeguata a sposare le armi di lusso dai nomi più blasonati.
Dati alla mano, il Magnus vince in versatilità (ingrandimento da 1 a 6,3 invece che da 1 a 4x)- consentendo di affrontare meglio i tiri oltre i 100 metri – e in raffinatezza del sistema di illuminazione del reticolo (grazie ai suoi 60 livelli di intensità divisi tra giorno e notte, contro i 9 del Visus), che si regola con una manopola circolare posta sopra l’oculare, mentre nel Visus -quale sia meglio è questione di opinioni- la funzione è demandata ad una ghiera posta all’altezza delle torrette dei clic. Magnus offre anche la scelta tra 4 reticoli, mentre Visus obbliga al classico 4a, che peraltro rappresenta oltre la metà delle vendite anche del primo.
Perchè il Magnus costa di più? La risposta sintetica ma chiarissima la danno gli occhi, entrambi aperti, che mirano a ingrandimento 1x. Chiunque abbia provato lo ha notato, rimanendo a bocca aperta per lo stupore, come tante volte vediamo facendo nel far provare il Magnus agli appassionati che visitano lo stand Leica alle fiere di caccia. L’insieme di disegno ottico rivoluzionario, campo visivo record e pupilla d’uscita determina quell’effetto unico di mirare come se l’ottica non esistesse, soltanto il reticolo con il punto centrale illuminato a guidare la mira. Nessun punto rosso, nessun altro cannocchiale riesce a dare questa sensazione straordinaria, tantomeno quelli di concorrenti che pur essendo inferiori sotto ogni aspetto hanno l’ardire di proporsi a prezzi più alti. Neanche il Visus ci riesce. Le sue prestazioni sono ottime e in generale ben superiori a quelle dei cannocchiali sotto i 1500 euro, tanto che lo strumento è un’ottima scelta anche per chi pone attenzione a contenere i costi. A ingrandimento 1x si mira benissimo con entrambi gli occhi aperti, ma il cerchio nero dell’ottica -così come avviene mirando con tutti gli altri cannocchiali da battuta sul mercato – non compie la magia di sparire.
In due parole, il Magnus è il massimo per chi dal cannocchiale da battuta vuole soltanto il massimo possibile delle prestazioni. Il Visus è la possibilità di avere un cannocchiale Leica con affidabilità straordinaria e ottica di altissima qualità ad un prezzo più accessibile, e soprattutto quella di dotare un’arma elegante di un sistema di mira spettacolare.
Weidmannsheil!