Dopo decenni di assenza di nuovi protagonisti sulla scena dell’ottica da battuta di alta qualità, finalmente arriva da Leica un cannocchiale che ambisce dichiaratamente a contrastare il dominio dei soliti mostri sacri. Ne prendiamo spunto per fare una panoramica sul livello tecnologico raggiunto dall’ottica di alta qualità per la caccia al cinghiale.

Gli appartenenti a buon diritto all’immaginario “club” delle ottiche da caccia al cinghiale di alta qualità si contano sulle dita di una mano (senza occuparle tutte). Sono accomunati da prestazioni ottiche eccellenti, grande campo visivo al minimo ingrandimento per mirare comodamente ad entrambi gli occhi aperti, affidabilità del sistema meccanico per resistere nel tempo al rinculo delle carabine, alto ingrandimento massimo per favorire anche il tiro lungo, lenti esterne con trattamenti antisporco, ampia scelta di reticoli illuminabili con svariati livelli di intensità  e con spegnimento automatico quando l’arma viene tenuta in posizione verticale.

Dopo decenni di continui miglioramenti, la battaglia sulla luminosità, sul contrasto, sulla nitidezza dell’immagine, sulle prestazioni ottiche insomma è ormai da un po’ di tempo conclusa senza un vero vincitore. O meglio, con vari vincitori. Il livello raggiunto infatti dai produttori più importanti è tale che i miglioramenti peraltro costanti delle varie case sono ormai impossibili da apprezzare dagli occhi del cacciatore più esigente. È noto che l’occhio umano infatti non è in grado di percepire differenze di trasmissione di luce sotto il 4%, e se lo slogan pubblicitario di ogni prodotto da duecento a duemila euro si sforza di enfatizzare prestazioni ottiche sempre straordinarie (!), nella realtà l’occhio del cinghialaio riesce a cogliere che i migliori, tra di loro, quanto a qualità dell’immagine di differenze sembrano non averne. E questo è vero non soltanto per l’ottica da battuta, ma senza differenze su tutto il panorama dell’ottica da caccia, con le ottiche da 2000 euro e più tutte oltre il 90% di trasmissione di luce e senza apprezzabili difetti nell’offrire immagini nitide e ricche di contrasti.

Ci sono elementi della meccanica e dell’elettronica in cui lo sviluppo tecnologico è molto più recente, figlio di nuove tecnologie disponibili ma anche di nuove tendenze d’uso legate alle nuove possibilità di precisione e potenza offerte dalle moderne armi e munizioni.

Si può dire che tutti i migliori sono arrivati a garantire oltre 90 millimetri di distanza dell’occhio dal cannocchiale (distanza della pupilla d’uscita), il chè è molto importante per evitare l’orribile esperienza di prendersi il cannocchiale sullo zigomo se non si imbraccia bene l’arma quando si spara.

 

Clicca sulla foto per vedere il Leica Magnus 1-6.3×24 montato su una stupenda Browing personalizzata…

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