La nostra esperienza di caccia con un’arma che tanti come noi considerano la più bella e più etica per la caccia di selezione, e la nostra opinione sulle ottiche ideali di cui equipaggiarlo.

Kipplauf (alla tedesca), o monocolpo basculante. Un’arma aggraziata e minuta rispetto alle carabine ad otturatore, proprio per questo un’arma oggettivamente elegante ed amata dai grandi cacciatori. Un’arma che si presta ad essere impreziosita con legni pregiati ed incisioni, che è prodotta da grandi e piccoli marchi e da grandi e piccoli artigiani, italiani, austriaci e tedeschi soprattutto.

Con profondo rispetto per l’eleganza e l’eccellenza meccanica dei capolavori prodotti da grandi e ben noti artigiani, e per gli altri prodotti industriali sul mercato, il nostro kipplauf è il k95 Blaser in 270 Winchester, ci accompagna da 10 anni in tante avventure di caccia agli ungulati.

Abbiamo scelto la canna libera per gusto personale, anche se le versioni “stutzen” sono veri gioielli, e la configurazione “Luxus”, che in realtà è quasi di base rispetto alle configurazioni da sogno che si chiamano “Baronesse”, “Stradivari” o addirittura “Imperial”, ma che permette di avere un legno scelto e incisioni sulle piastre. Listino alla mano e L1010804attacchi compresi oggi si parla comunque di 5000 euro, non è stato certo un acquisto fatto alla leggera. Non che le nostre tasche ci portino a fare un pensierino alle versioni top, ma ci piace sapere che Blaser offre la scelta tra oltre 10 classi di legni e svariati accessori e personalizzazioni per non porre limiti alla fantasia di chi può e vuole qualcosa di eccezionale.

Grande precisione e mai un piccolo “tradimento” in 10 anni, la meccanica Blaser è uno degli elementi di eccellenza assoluta che ci porta a preferirlo rispetto alle altre soluzioni sul mercato.

Qualsiasi sia la marca che si sceglie, comunque, questo tipo di arma ha nella leggerezza e nella compattezza il suo punto di forza più immediatamente evidente. Per come è costruito, il monocolpo basculante è piccolo per definizione, lo si porta in spalla quasi senza accorgersi.

Certo, dobbiamo stare attenti quando miriamo appoggiati allo zaino, una bolt action pesante e ingombrante trova più facilmente una posizione di tiro stabile, e d’altra parte non avendo voluto noi che fosse montato alcun freno di bocca, il 270 winchester sulla spalla si sente, ma se nella caccia alla cerca non riusciamo ad immaginare arma migliore per confrontarci con un tiro rapido, anche da appostamento (soprattutto se per raggiungerlo abbiamo camminato un paio d’ore in salita) il K95 ci da ottime soddisfazioni e con un po’ di esperienza si può mantenere ben stabile per tiri anche a distanze impegnative.

Abbiamo nominato gli attacchi, per cui Blaser è famosa per la straordinaria stabilità e rapidità di montaggio e smontaggio, tanto che hanno tentato di copiarli più o meno bene in tanti.

Un altro elemento che amiamo nel K95 è la “sicurezza” della sicura, comune a tutte le carabine Blaser. Finchè non armiamo il fucile, è tecnicamente impossibile che possa partire il colpo. Girare con l’arma in sicura in questo modo, per noi che diamo enorme importanza alla sicurezza, è una sensazione impagabile.

Il senso etico del cacciatore più rispettoso dell’animale è appagato dal fatto che ricaricare per tirare un secondo colpo è cosa che richiede un po’ di tempo, come a dare una possibilità al selvatico se si fallisce il primo tiro. Che si sia interessati o meno a questa considerazione, è comunque innegabile che sapendo di avere un colpo solo ci sentiamo in qualche modo più attenti a mirare con precisione.

Non vogliamo in questa sede dettagliare tutti gli elementi di eccellenza della costruzione della nostra arma, è facile trovare informazioni in merito sul sito internet del produttore.

Veniamo all’ottica, in cui ci permettiamo di esporre un parere meno appassionato e più tecnico. Vista la grande versatilità d’uso, teniamo a consigliare di associare al kipplauf il cannocchiale più versatile possibile. Conosciamo e comprendiamo la ricerca da parte di molti di ottiche piccole, con ingrandimenti limitati ed obiettivi contenuti per rimanere in dimensioni compatte, coerenti con l’arma. 1.5-10×42 o 2.5-10×42 sono due configurazioni di ottiche ideali per chi la pensa così, tenendo però presente i limiti al crepuscolo e in caso di tiri a lunga distanza.

Il k95 stutzen con un magnus 1.5-10x42, probabilmente la combinazione ideale per la caccia alla cerca.
Il k95 stutzen con un magnus 1.5-10×42, probabilmente la combinazione ideale per la caccia alla cerca.

Per noi, che come tanti altri usiamo il monocolpo per ogni situazione di caccia di selezione, il cannocchiale ideale deve essere ultraversatile. Il nostro K95 ha montato uno z6i 2.5-15×56 ed è ora equipaggiato con il magnus 2.4-16×56, in entrambi i casi con torretta balistica. Cambiamento ovviamente per questioni di bottega su ottiche entrambe straordinarie, ma non dispiace certo la nuova sensazione di affidabilità meccanica assoluta e anche, alle ultime luci, quella capacità di osservare con meno fatica garantita dalla pupilla d’uscita del Magnus così generosa.

Marche a parte, vero è che 56mm è un obiettivo grande, che rende il cannocchiale visivamente grosso, e che sicuramente non è il massimo della bellezza su un kipplauf. Vero è anche che oggi i 56mm sono più corti di qualche anno fa e hanno anche l’oculare molto grande che all’occhio estetico regala un certo equilibrio a compensare il “padellone” dell’obiettivo. Se l’esteta puro comunque giustamente può dissentire, se c’è sempre chi dice che percepisce di avere un etto e mezzo in più in spalla di quello che avrebbe con un cannocchiale da 42mm (qui non siamo molto d’accordo, ben che vada siamo sempre vicini a 4kg, ci vogliono spalle con sensibilità da bilancia da orafi per accorgersi della differenza!), ci sembra che i benefici “operativi” valgano più dei compromessi estetici. Del resto, il cannocchiale serve per mirare più che per essere esposto in un museo…

 Il nostro K95 con il magnus 56, appoggiato sul sacchetto di sabbia in attesa di entrare “in servizio”
Il nostro K95 con il magnus 56, appoggiato sul sacchetto di sabbia in attesa di entrare “in servizio”

Con 56mm di obiettivo la sera ci si vede molto meglio, soprattutto se si tira un po’ lungo. A meno che non sia mezzogiorno, 56mm servono tutti per sostenere 16 ingrandimenti. E se è prestissimo o tardissimo per davvero, è incredibile quanto possa essere scuro intorno quando si riesce già o ancora a mirare attraverso un 2,4×56. Tutti questi benefici in termini di luminosità si accoppiano allo straordinario campo visivo per mirare rapidamente nella caccia alla cerca. Qui però, se andiamo su un 1.5-10×42 al minimo ingrandimento, ci troviamo in una situazione ancora migliore.

Un buon compromesso per chi rifiuta il 56mm per questioni estetiche è sicuramente il 3-12×50, sempre tanta luce e buona versatilità tra il minimo e il massimo ingrandimento, ma certamente maggiore grazia nell’accoppiarsi all’arma.

Due righe le merita il montaggio. Blaser fa un’attacco per la scina tanto rapido, efficace e bello che a prescindere dalla marca di cannocchiale che si intende montare è un gran peccato non sceglierlo nella versione con scina.

Weidmannsheil!

 

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