Vi raccontiamo le impressioni di un noto professionista nella caccia di selezione dopo aver deciso di passare al nuovo Leica Fortis 6i 2.5-15×56

Paolo Bagnoli con il suo inseparabile Noctivid 8×42

I 300 Metri si sono avvicinati

Di Paolo Bagnoli*

Partiamo da un presupposto, curo l’estetica delle armi che utilizzo, anche perché le uso tutti i giorni e voglio avere tra le mani “un ferro” che, oltre a funzionare molto bene, debba piacermi visivamente.
Purtroppo diverse ottiche Top Class delle migliori aziende non mi piacciono, il sistema di illuminazione del reticolo è veramente antiestetico.
Di recente ho avuto l’opportunità di provare il nuovo Leica Fortis 6 2.5-15x56i BDC; appena lo stringo tra le mani, già mi piace. E’ un illuminato, ma con il sistema di una volta nella ghiera del parallasse ed esteticamente è proprio bello. Brunitura ben curata, torrette proporzionate e finalmente una linea generale classica che non stona su nessun tipo di carabina.

Con il nuovo Fortis 6i 2.5-15×56 Paolo Bagnoli ha completato il trasferimento delle sue ottiche sul marchio Leica. Le altre sono il Noctivid 8×42 e l’Apo Televid 25-50×65, considerati i migliori strumenti da caccia al mondo nella loro categoria.

La prova al poligono per la taratura è una conferma, dopo l’azzeramento mi predispongo per i 300 metri, do i click e inquadro, il bersaglio mi sembra più vicino dell’ultima volta…
La qualità paga ed esco dal poligono davvero soddisfatto. E’ sul campo però che posso davvero metterlo alla prova; mi posiziono su un’altana e do inizio tutti i miei test, ingrandimenti, parallasse, messa a fuoco dell’oculare, illuminazione del reticolo.
Mentre i diversi animali che mi passano davanti a svariate distanze mi permettono di provare a tirare, a salve naturalmente, l’imbrunire incombe e il test si fa più selettivo. Il risultato di diversi giorni di prove con svariati abbattimenti di volpi, caprioli, cinghiali e camosci, chiaramente in molteplici condizioni di luce, distanze e dimensioni del bersaglio, conferma ciò che mi era stato promesso, è davvero un’ottica polivalente dalle grandi qualità.
La nitidezza delle immagini, contrasto e colore sono senza paragoni, è necessario regolare con minuziosità la messa a fuoco dell’oculare per ottenere il massimo, altri brand lo chiedono meno ma la differenza si vede: imbracciando con rapidità, l’acquisizione è immediata ed estremamente nitida.
La croce è molto fine ed il DOT centrale non da fastidio, ho provato a puntare un capriolo a distanze sconsiderate e non avrei avuto problemi a tirargli.
Naturalmente all’imbrunire si paga, ma abbassando gli ingrandimenti ed accendendo il DOT al minimo, il risultato è fantastico, puoi permetterti diversi minuti in più. Sui click non avevo dubbi, diverse prove hanno confermato un risultato al centimetro.
Forse c’è un unico appunto da fare ed è relativo al peso, svariati grammi di troppo, ma è il prezzo da pagare per l’affidabilità e la qualità.
Che dire, sono davvero soddisfatto e sicuro che mi darà tante altre grandi soddisfazioni.

Il Fortis 6i 2.5-15×56 sulla Blaser di Paolo Bagnoli, accompagnato dal Noctivid 8×42, su una delle altane della splendida riserva che gestisce a Casole d’Elsa

*Paolo Bagnoli è direttore della caccia presso l’Azienda Faunistica il Querceto, a Casole d’Elsa in provincia di Siena. Molto conosciuto per la splendida riserva che dirige e per la professionalità con cui assiste gli ospiti che vanno a caccia da lui, nella sua professione si trova a inquadrare nel cannocchiale da puntamento caprioli, daini e cinghiali quasi quotidianamente. Per passione ha affinato una profonda conoscenza dei migliori strumenti ottici da caccia delle marche più blasonate. Dopo aver scelto negli ultimi anni Noctivid 8×42 e Apo Televid 65 come binocolo e lungo, ora con il suo nuovo Fortis 6i 2.5-15×56 ha trovato un punto di arrivo Leica anche nel cannocchiale per la caccia di selezione.

Il montaggio del Fortis 6i e la preparazione della carabina sono stati ottimamente effettuati dall’Armeria Lenzerini di Poggibonsi (SI)

Il Fortis 6i 2.5-15×56 con torretta BDC. La stessa meccanica infallibile e la stessa ottica straordinariamente luminosa e definita del “cugino”Magnus i. L’eleganza del design che tanto è piaciuta a Paolo Bagnoli è dovuta soprattutto al posizionamento del sistema di illuminazione del reticolo sul lato del correttore di parallasse, e alla grande ghiera degli ingrandimenti in metallo.

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