Nell’era in cui 8×42 è il rapporto dominante tra ingrandimento e diametro dell’obbiettivo dei binocoli da caccia, cerchiamo di spiegare il perché di questo successo, a spese del -fantastico- 7×42.

Ultravid 7×42 HDplus è l’ultimo 7×42 di qualità top sul catalogo dei produttori delle ottiche più importanti. costa 2340 euro, ha una serie di finezze ottiche, meccaniche e nei dettagli che solo i migliori binocoli al mondo possono offrire.

L”ultimo” 7×42, sembra il titolo di un film. In realtà racconta del declino commerciale di un binomio, quello tra ingrandimento 7x e diametro dell’obiettivo 42mm, che ha dominato la scena per decenni -particolarmente nelle ancora esistenti versioni a prismi di Porro- e che, se coniugato con la massima qualità ottica, offre prestazioni che gli intenditori non sanno trovare ancora oggi in nessun’altra combinazione.

Scriviamo “ultimo” perché soltanto uno dei grandi produttori Europei, Leica, mantiene ancora oggi un modello 7×42 nella fascia dei prodotti al top del suo listino, quelli da oltre 2000 euro per intendersi. Si tratta dell’Ultravid 7×42 HDplus, con vetri Schott alla fluorite ed una serie di caratteristiche tecniche e di materiali di assoluta eccellenza, a listino a 2340 euro. Viene prodotto solo su richiesta, che in effetti non manca, con tempi di attesa di varie settimane.

Il mercato infatti ha premiato decisamente la combinazione 8×42 ed il motivo è molto semplice. L’ingrandimento 8x offre maggiore dettaglio: sembra solo un ingrandimento in più, ma 8 rispetto a 7 vuol dire quasi 15% in più di ingrandimento, a parità di dimensioni e peso, in quanto la differenza è solo nella distanza tra due lenti interne allo strumento. Per contro, la sensazione di luminosità e tutti gli altri parametri fondamentali che notoriamente peggiorano con l’aumentare degli ingrandimenti rimangono sostanzialmente simili, e nell’era della trasmissione di luce ormai prossima al 100% le prestazioni ottiche delle lenti riducono di molto il gap di luce dovuto al diverso ingrandimento.

Ho scritto sostanzialmente, non assolutamente.

Il fatto è che, oltre al vantaggio nel campo visivo, la pupilla d’uscita -ovvero lo spazio utile all’occhio per osservare nel binocolo- del 7×42 è ben 6 millimetri (il diametro di questo cerchio, che si osserva guardando nel binocolo a mezzo metro di distanza e si misura dividendo il diametro dell’obiettivo per l’ingrandimento), contro i 5,25 dell’8×42, quasi 15% di spazio in più per la nostra pupilla affamata di luce nell’ora crepuscolare. È una differenza enorme, quando la pupilla umana è più grande di quella del binocolo e i limiti del nostro corpo sono tali per cui costringere la pupilla in uno spazio più piccolo di lei porta al cervello un messaggio di rapido affaticamento, con tutte le conseguenze sull’efficacia dell’azione degli occhi.

La pupilla d’uscita del 7×42, 6 millimetri di diametro per la pupilla umana sempre alla ricerca di spazio.

Il valore sublime del 7×42 sta tutto qui, e chi ha esperienza in fatto di binocoli, o semplicemente chi ha occhi esigenti, lo sa bene. È difficile spiegarlo con i dati da catalogo, ma si percepisce chiaramente se si spendono una serata a binocolare di continuo con il 7×42 e poi un’altra con un analogo 8×42.

La pupilla umana infatti non è in grado di fissare lo stesso punto per più di 30 secondi di fila, e man mano che si avvicina ai 30 secondi comunica al cervello la sua fatica, con il risultato che la sensazione di oscurità e perdita di dettaglio nell’immagine si fa sempre più continua. Al crepuscolo, la pupilla umana, soprattutto in giovane e mezza età, arriva a dilatarsi oltre i 6 millimetri di diametro, e come tutti possono sperimentare questo rende l’osservazione prolungata sempre più spiacevole e faticosa, man mano che la luce esterna diminuisce.

Passare ore con a disposizione delle pupille quel 15% di spazio in più garantito dal 7×42 rispetto all’8×42 è un toccasana straordinario per i nostri occhi, che apprezzano comunicando al cervello il loro maggior stato di grazia, da cui deriva una chiara sensazione generale di osservare meglio, con maggiore piacere.

Confrontare un 7×42 con un 8×42 per pochi minuti, soprattutto di giorno, mostra inequivocabilmente la superiorità del secondo, e questo è il motivo per cui l’8 trionfa sul mercato.

E a dire il vero per molti cacciatori questo è a buon diritto ciò che conta, in quanto avere maggiore dettaglio in ciò che si osserva ha un valore molto importante, soprattutto se non si passano decine di minuti con gli occhi continuamente nel binocolo.

Però oltre l’efficacia esiste anche il piacere, ed è questo il territorio dove il 7×42 vince. Personalmente uso di norma un 8×42, nelle camminate più impegnative un 8×32 per questioni di peso. Ma se ho voglia di godermi l’esperienza di osservazione mi viene naturale prendere il mio 7×42 HDplus, magico relax per i miei occhi. Solo il meglio degli 8×56 lo supera sotto questo aspetto, ma a prezzo di peso e ingombro molto maggiori, che ne limitano l’utilizzabilità a situazioni di caccia poco faticose.

Guardando i cataloghi, la recentissima linea Noctivid 42 di Leica, binocoli che hanno sbalordito tutti per le loro prestazioni ottiche veramente straordinarie, limita i suoi modelli a 8×42 e 10×42. Francamente il Noctivid 8×42 supera percepibilmente perfino nel piacere di osservazione -anche se non forse nel relax nell’uso prolungato- anche l’Ultravid 7×42 HDplus, ma il motivo è nel disegno ottico letteralmente rivoluzionario che è destinato a riscrivere i limiti delle prestazioni di uno strumento ottico.

Un Noctivid di Leica in 8×42, versione verde, in primo piano. E’ oggi probabilmente il più performante binocolo da caccia del mondo.

Comunque, se la nuova linea Leica non annovera tra i suoi modelli il 7×42, questo fa presagire che anche l’azienda tedesca prima o poi si piegherà alle leggi del mercato, relegando questo straordinario binocolo ad un oggetto di culto sempre più introvabile. Un messaggio per gli appassionati del 7×42…

Il primo binocolo con telemetro per uso civile sul mercato, oltre 25 anni fa, era il Geovid 7×42 BDA, segno che allora 7×42 era ancora la combinazione principe tra diametro dell’obiettivo e ingrandimento.

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