Come cambiano il ruolo e le caratteristiche ideali del binocolo da caccia per chi usa un visore termico di alta qualità.
La termocamera da osservazione di ultima generazione ha rivoluzionato l’approccio alla caccia di selezione, togliendo al binocolo la funzione di ricerca dell’animale nell’ambiente. Vediamo come cambia il ruolo del binocolo da caccia, e come cambiano di conseguenza le sue caratteristiche ideali.
Il visore termico da osservazione di alta qualità è la più grande rivoluzione nella strumentazione a disposizione del cacciatore di selezione degli ultimi 50 anni, perché permette di trovare, molto rapidamente, tutti gli animali -anche seminascosti- presenti nel nostro campo di osservazione, oltre a fornire un grande aiuto nella ricerca del capo abbattuto.
Quando siamo a caccia, siamo abituati da sempre a cercare gli animali nei prati, tra gli alberi o in mezzo alle rocce scandagliando l’ambiente intorno a noi a occhio nudo e con il binocolo, che da qualche anno -se si vuole- ha anche un telemetro integrato per valutare la distanza e avere le indicazioni balistiche per il tiro. Telemetro che può anche essere separato, oggi i migliori sono leggerissimi e grandi come un pacchetto di sigarette.
Siamo sempre in dubbio di non aver guardato bene, o che dall’ultimo passaggio un animale nascosto sia potuto uscire da dietro il cespuglio. E’ una delle cose più belle, rilassanti ed insieme emozionanti della caccia.
Una volta identificato il capriolo, o il gruppo di camosci, se la distanza breve lo permette siamo già in grado di decidere se rientra nel piano di abbattimento, altrimenti entra in gioco il lungo, che sa scoprire il pennello e i due centimetri di palco di uno spitzer di capriolo, o soprattutto i dettagli sul sesso e l’età, e sullo stato di salute, dei componenti di un gruppo di camosci.
Se abbiamo trovato l’animale giusto, dopo aver premuto il pulsante di misurazione sul binocolo o sul telemetro ci prepariamo più rapidamente e più attentamente possibile ad un tiro preciso mirando attraverso l’ottica della carabina, con tutti gli accorgimenti che conosciamo per l’appoggio più saldo dell’arma e la posizione più ferma del nostro corpo.
E dando per scontato che il tiro sia stato perfetto, anche se è tutt’altro che scontato, dopo un sano weidmannsheil a noi stessi o a chi ci accompagna viene il momento della ricerca del capo, e quindi del faticoso recupero festoso fino al nostro mezzo con cui lo porteremo a casa.
Da qualche tempo, in questo rituale consolidato dai decenni – a parte la fondamentale entrata in scena del telemetro circa 20 anni fa – ha fatto la sua rumorosa irruzione la rivoluzione termica.
Il visore termico trova gli animali molto più rapidamente del binocolo. Li trova tutti. Anche se sono seminascosti.
Chi usa un visore termico da osservazione di altissima qualità si accorge subito di come questo porti via senza appello metà della funzione del binocolo e anche buona parte di quella dell’occhio umano nudo, ovvero quella della ricerca dell’animale nell’ambiente.
Quell’ombra rossa che prima non c’era tra due mughi o quella sensazione di aver visto un movimento ai margini del bosco non saranno mai più esplosioni di emozione che attivano una analisi più attenta, perché con un super termico al collo ci sembrerà assurdo cercare un animale o un movimento coi nostri occhi nudi o attraverso il binocolo.
Basta alzare sull’occhio per pochi secondi il monoculare termico per vedere gli animali illuminarsi di bianco o colorarsi di nero pece in mezzo a mille gradazioni di grigio, autodenunciando la loro presenza, traditi dalla loro temperatura superiore a quella dell’ambiente circostante, anche a oltre un chilometro o persino sdraiati dietro il ramo di un larice o seminascosti da un cespuglio. Che senso può avere allora continuare ad affidare la ricerca al lento e dubbioso movimento del binocolo, o addirittura a quello dell’occhio nudo?
Ecco che il termico elimina per sempre la poesia del dubbio e della lenta ricerca, per offrire all’occhio del cacciatore la certezza rapidissima di una sentenza sulla presenza o meno di animali davanti a noi.
Per brutto che possa essere come concetto, e lo è, è straordinariamente efficace, e quindi irresistibile per chiunque provi ad usarlo.
Il binocolo rimane insostituibile nella funzione di riconoscimento e valutazione dell’animale.
Fortunatamente, se vogliamo, gli ingrandimenti ottici molto bassi (2.5X i migliori, lo zoom digitale peggiora la qualità dell’immagine più di quanto aiuti ad avere maggior dettaglio) del visore termico e la sua limitata qualità dell’immagine permettono di capire soltanto, e non sempre, che specie di animale abbiamo visto.
Se non siamo a distanze veramente brevi, nell’ordine dei 150 metri, i palchi freddi di un capriolo non sono visibili attraverso la termocamera, e quindi il binocolo entra in gioco con ancora una funzione assolutamente essenziale, quella di valutare la specie.
Se la distanza non è troppo alta, il binocolo è sufficiente anche ai fini della eventuale decisione di tiro, altrimenti dovrà entrare in gioco sua maestà il lungo.
Il visore termico migliore è anche quello che definisce bene i dettagli freddi, per dare al binocolo da caccia i punti di riferimento necessari a localizzare l’animale.
Se l’animale è nascosto, il miglior visore sarà in grado di mostrarlo ricostruendo anche i dettagli freddi delle piante e di tutto l’ambiente circostante, permettendoci di fissare i punti di riferimento necessari a ritrovarlo una volta passati al binocolo. Capita spesso infatti di vedere chiaramente col visore un animale, che per essere mimetizzato tra l’erba alta o tra i cespugli difficilmente si riesce a vedere pur col miglior binocolo del mondo, anche sapendo che c’è.
Abbiamo descritto sopra le fasi che portano al tiro, per mostrare come queste non cambino assolutamente per effetto dell’avvento del visore termico, che si inserisce semplicemente facilitando enormemente e dando efficacia superiore alla funzione di ricerca.
Il visore termico aiuta in modo straordinario anche la ricerca dell’animale abbattuto
Dopo il tiro, abbiamo tutto sperimentato che a volte l’animale non cade sul posto, ma va ad infilarsi nella vegetazione. La frenetica ricerca col binocolo di una macchia tra gli arbusti o tra gli alberi, che tradisce la presenza dell’animale a terra, è totalmente sostituita dal rapido ritrovamento dello stesso grazie alla termocamera, salvo che l’animale sia nascosto dietro un tronco o un albero coi rami impenetrabili. Il visore termico qui entra in concorrenza anche con il cane da traccia…
La nuova dimensione del binocolo da caccia
Tornando al binocolo, abbiamo visto che chi usa il visore termico non lo tiene più sugli occhi per lunghe ricerche degli animali, ma lo utilizza per brevi sessioni di identificazione di ciò che è già stato scovato dal termico.
La massima qualità dell’immagine rimane indispensabile per distinguere i dettagli anche con poca luce, ma non è più così necessaria la capacità del binocolo di offrire visioni prolungate senza stancare la pupilla.
Se prendiamo l’ingrandimento classico 8x, l’obiettivo da 42mm offre uno spazio molto maggiore all’occhio per osservare (detto tecnicamente pupilla d’uscita) all’interno dello strumento rispetto a quello da 32mm, ma a parità di qualità -e contrariamente a quello che si crede- non offre maggiore luminosità o definizione dell’immagine nel momento in cui si osserva.
Nell’era del visore termico (che va portato anch’esso al collo) quindi, un binocolo da caccia da 32 millimetri trionferà per risparmio di peso e ingombro, senza pagare più il tradizionale gap di comfort nelle osservazioni prolungate di ricerca, perchè il termico le rende inutili.
E finalmente il binotelemetro da 32mm – Ecco il Geovid PRO 8×32 e 10×32
Oggi finalmente abbiamo a disposizione il 32mm finalmente anche nei binotelemetri, e la questione diventa ancora più interessante..
Un binocolo con telemetro integrato potente, rapido a misurare, dotato di ogni tipo di informazione balistica per il cacciatore, e capace di associarsi alla sua APP per Smartphone per condurre fino al punto di impatto via GPS. Soprattutto, un binocolo con telemetro piccolo e maneggevole, piacevole da avere al collo e da trasportare, con una qualità dell’immagine strepitosa.
Tutti i dettagli sono qui