Quando si parla di luminosità di uno strumento ottico, la si lega quasi sempre erroneamente alle dimensioni dell’obiettivo dello stesso. Dimenticando che 50mm sono 50mm sia in uno strumento da 2000 euro che in uno comprato al mercatino per pochi soldi. Vediamo da cosa dipendono luminosità, nitidezza, contrasto ed in genere le prestazioni ottiche dei binocoli e dei cannocchiali.

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Un binocolo 8×32 da oltre 1500 euro è decisamente più luminoso di un 8×56 da 100 euro. Provare per credere. Lo stesso 8×32 è luminoso quanto un 8×42 della stessa serie dello stesso produttore. Se cioè due cacciatori della stessa età e con capacità visiva simile arrivano al limite del crepuscolo con questi due prodotti, si troveranno costretti a smettere di osservare per sopraggiunta oscurità nello stesso momento. Perché i due prodotti essendo della stessa casa e della stessa “famiglia” hanno la stessa trasmissione di luce, cioè sono trattati in modo da far arrivare all’occhio la stessa percentuale di luce rispetto a quella che entra nell’obiettivo. Certamente l’8×42 manderà a casa il cacciatore che l’ha usato con gli occhi meno affaticati (e se l’osservazione è prolungata anche un po’ più tardi, perché alla lunga l’occhio e quindi il cervello sotto stress perdono “energia”), perché lo spazio utile per la pupilla umana (chiamato pupilla d’uscita) al suo interno è più grande di quello offerto dall’8×32 (un cerchio di oltre 5mm contro 4mm – la misura si ottiene dividendo il diametro dell’obiettivo per l’ingrandimento). Se vogliamo vedere coi nostri occhi questo spazio illuminato è sufficiente prendere il nostro strumento ottico e osservare attraverso l’oculare da oltre 40 cm di distanza. Ci appare un cerchio che rappresenta ciò di cui dispone la pupilla umana all’interno dell’ottica. Siccome la pupilla stessa ha bisogno di muoversi mentre “lavora”, quando le condizioni di luce esterna peggiorano e questa si dilata si troverà ad affaticarsi di più se guarderà in un’ottica con obiettivo piccolo e ingrandimento grande, perché dovrà concentrarsi su uno spazio che non le consente il minimo movimento. Abbiamo specificato anche l’età dei cacciatori perché in realtà la pupilla umana in mancanza di luce si dilata sempre meno man mano che si invecchia, con la conseguenza quindi che una pupilla sessantenne richiede molto meno spazio nell’ottica di una ventenne, tanto che non è sbagliato sostenere che osservando con un 8×32 a sessant’anni si ha a disposizione per la pupilla al crepuscolo lo stesso spazio utile che si ha a 20 anni con un 8×42.  Grande sollievo però con il “piccolo” 8×32 risparmiare peso e godersi nel tenere al collo una “piuma” da mezzo chilo!

Leica Ultravid 8x32 HD
Leica Ultravid 8×32 HD

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Se vogliamo estremizzare, certamente una pupilla d’uscita molto piccola rispetto ad una molto grande portano a differenze sostanziose nel limite di utilizzo la sera o la mattina presto. Quando con il binocolo o il cannocchiale 8×56 si riesce ancora ad osservare infatti il telescopio 50×82 è già nello zaino da un po’. Sempre che l’8×56 sia di alta qualità. Abbiamo esteso il campo perché ovviamente lo stesso discorso fatto per i binocoli vale anche per lunghi e cannocchiali da puntamento.

Ma dove risiede allora questa tanto decantata luminosità? Essa dipende dalla qualità del vetro delle lenti e dei prismi, dalla loro lavorazione e soprattutto dai trattamenti cui vengono sottoposti per “combattere” contro la naturale dispersione e scomposizione che la luce subisce attraversando le superfici trasparenti.

Se guardando una finestra con uno sfondo scuro riusciamo a specchiarci significa che una parte della luce che tocca quel vetro non passa, ma si riflette, disperdendosi. Per amor di verità si sappia che la quantità che un buon vetro non trattato disperde è nell’ordine del 5% in entrata e purtroppo anche in uscita.  E’ una legge della fisica, non c’è nulla da fare. In un binocolo buono ci sono 8 lenti e 2 prismi, la dispersione se le lenti non sono trattate è tale da mandare a casa un cacciatore quando a occhio nudo vedrebbe ancora molto bene!

Per contrastare il fenomeno della riflessione della luce vengono applicati rivestimenti chimici molto sofisticati e sottilissimi, fatti di sostanze antiriflesso. Quanto più questi rivestimenti sono raffinati e presenti su tutte le superfici interne ed esterne dell’ottica, tanto meno la luce che le attraversa si disperde e tanto più quindi l’ottica è luminosa. In un binocolo di alta qualità, di questi rivestimenti (spessi più o meno un centomillesimo di millimetro) ce ne sono oltre cinquanta e sono totalmente invisibili ed incolori. Portano la quantità di luce che passa dall’obiettivo fino all’occhio (trasmissione di luce) dal 50% di un prodotto dozzinale fino a oltre il 90%; un’ottica con le lenti esterne gialle o rosse o comunque colorate  non è un’ottica con rivestimenti antiriflesso (anche se l’espressione “fully coated” –interamente rivestita- è legalmente utilizzabile a sproposito), bensì una truffa alla buona fede di chi la compra!

Un’eccellente trasmissione di luce però non è sufficiente quando la notte sta per avere il sopravvento sul giorno e le sagome degli animali assomigliano sempre più ad ombre indistinte. Qui un’altra grande differenza la fa la capacità di un’ottica a definire al meglio i contrasti, cioè i limiti ed i contorni di una figura nei suoi chiari e nei suoi scuri. E qui detta legge l’ottica la cui superficie delle lenti è meglio levigata, lisciata, resa perfetta.

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Campione di contrasti. Il nuovo Geovid, grazie alla qualità delle lenti e al suo schema ottico rivoluzionario a prismi di Porro-Perger, è probabilmente il binocolo che offre i migliori contrasti e la miglior tridimensionalità dell’immagine. Al crepuscolo, osservare un soggetto perfettamente staccato dal suo sfondo permette di guadagnare minuti preziosi rispetto a tutti i binocoli con prismi a tetto, che presentano immagini piatte.

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Le lenti dei cannocchiali HD ad alta definizione, uniche nel loro genere, arrivano ad una perfezione nella levigatezza della superficie nell’ordine di frazioni infinitesime di millimetro. In questo modo (oltre che grazie ad altri trattamenti) la luce non si scompone mai nei suoi sette colori e passa sempre con la massima nitidezza, arricchendo le immagini di quei contrasti che regalano grande piacere a chi le osserva di giorno e che permettono di distinguere la sagoma di un animale quando la luce esterna non lo consente ad un altro strumento.

Ottenere risultati di questo genere è per i produttori molto costoso e questo spiega in parte (il resto lo spiega la qualità meccanica) perché esistano binocoli da 50 euro e altri da 2000 euro.

Ultimamente i produttori di alta qualità si stanno dedicando a trattamenti che vanno anche al di là della ricerca della migliore resa ottica, per rendere più facile al cacciatore la pulizia delle lenti e preservarne quindi l’integrità per un tempo più prolungato. I rivestimenti antiappannamento e antisporco sulle lenti esterne sono microstrati applicati su oculare e obiettivo dei binocoli e dei telescopi o cannocchiali di alta qualità, tanto resistenti da non poter essere rimossi neppure dopo centinaia di operazioni di pulizia e tanto sottili da non pregiudicare in alcun modo le prestazioni ottiche, ma capaci di evitare perfino alla resina di aderire alla superficie della lente ed in grado quindi di consentire al cacciatore di tenere il proprio strumento ottico sempre pulito ed in perfetta efficienza.

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Lo stesso binocolo con i due obiettivi bagnati sotto l’acqua corrente: a destra la lente è trattata con il trattamento antisporco di Leica denominato Aquadura®
La pupilla d’uscita: è lo spazio utile all’occhio umano per osservare all’interno del cannocchiale. Qui la vediamo in due cannocchiali di altissima qualità, con obiettivo da 56 millimetri ed ingrandimento 2,5x (a sinistra) e 2,4x (a destra). Quello a destra è un Magnus di Leica, dotato, al minimo ingrandimento, di una pupilla d’uscita estremamente grande, per garantire agli occhi l’osservazione più agevole in fase crepuscolare.
La pupilla d’uscita: è lo spazio utile all’occhio umano per osservare all’interno del cannocchiale. Qui la vediamo in due cannocchiali di altissima qualità, con obiettivo da 56 millimetri ed ingrandimento 2,5x (a sinistra) e 2,4x (a destra). Quello a destra è un Magnus di Leica, dotato, al minimo ingrandimento, di una pupilla d’uscita estremamente grande, per garantire agli occhi l’osservazione più agevole in fase crepuscolare.

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