Qual è l’ingrandimento ideale per il cannocchiale da caccia, nell’era in cui il mercato offre prodotti da 50x e oltre?

 

 

Col 6×42 fisso della Zeiss o della Swarovski, utilizzati massicciamente per lo meno da una intera generazione di cacciatori sulle Alpi, si riesce a mirare più che dignitosamente fino a 200 metri di distanza. Perdiamo parecchio al crepuscolo inoltrato e facciamo fatica a mirare da vicino nella caccia alla cerca, ma per il classico tiro da appostamento non ci manca molto, anche se il reticolo è grosso e dai 150 metri in su tende a coprire un po’ troppo l’animale. Discorso simile, con meno handicap al crepuscolo ma di più quanto a campo visivo, vale per gli altrettanto validi fissi 8×50 e 8×56.

Io stesso ho utilizzato il 6×42 nei miei primi dieci anni di licenza, in Trentino, tirando anche più lungo di 200 metri e con la sensazione che mi potesse bastare quello.

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Poi sono passato a un 3-12×50 variabile, ed ho immediatamente apprezzato il grande salto di qualità sulla luminosità a bassi ingrandimenti al crepuscolo, sul campo visivo per inquadrare un soggetto ravvicinato e sui 12x che mi consentivano, nei tiri da 200 metri e oltre, di posizionare meglio la croce sull’animale e soprattutto di leggere la reazione al colpo. Quest’ultimo aspetto è fondamentale, capire dove si colpisce significa immaginare per esempio quanta “strada” può fare l’animale ferito e se devo immaginare di dover ricorrere al cane da traccia.

Mi pareva di essere “arrivato”, ed in effetti, con un 3-12×50 di alta qualità di oggi, che rispetto a quello che usavo 10 anni fa ha reticolo fine illuminato e torretta balistica, il cacciatore di selezione ha tutto quello che serve per affrontare bene la cerca, la sera e il tiro anche medio-lungo. Pertanto, visto che oggi si può avere con ben meno di 2000 euro il miglior 3-12×50 in commercio (con meccanica in acciaio, reticolo fine illuminato, torretta balistica e 10 centimetri di distanza dell’occhio a garantire la sicurezza), questo è senza dubbio un rapporto tra ingrandimenti ed obiettivo che consigliamo volentieri. Ci sono in giro parecchi usati di buona marca con questo rapporto, che riteniamo superiore al “cugino” 2.5-10×56 per quei due ingrandimenti in più che decisamente non guastano.

Leggi: 3-12×50: Il variabile classico da caccia di selezione. La sfida tra i migliori

Ma qui il tema è il cannocchiale ideale, e allora effettivamente se si tira un po’ più lungo di 200 metri anche 15-16 ingrandimenti sono proprio utili, per lo stesso motivo per cui 12 erano meglio di 6. Soprattutto se aiutati da un obiettivo da 56 mm che raccoglie davvero tanta luce per la nostra pupilla. E a maggior ragione se questi ingrandimenti si raggiungono senza rinunciare, grazie ai fattori di zoom più moderni, all’ingrandimento minimo 2 o 3x, vero campione di campo visivo e luminosità. Non è nemmeno necessario far compromessi con tubi di dimensione mastodontica, cannocchiali 2.4 o 2.5 – 15 o 16 per 56 col tubo classico da 30 mm li producono le migliori marche.

Si potrebbe pensare allora che più ingrandimenti abbiamo e meglio è.

Tuttavia chi ha esperienza di tiro confermerà che quando si comincia ad andare a 20x o oltre, a meno che non si tiri a distanze siderali (dai 500 metri in su), l’ingrandimento così alto da una falsa sensazione di sicurezza, oltre a ridurre sensibilmente la luminosità e soprattutto il campo visivo, necessario a valutare la reazione dell’animale al colpo. E tralasciamo in questa sede la questione dell’opportunità o meno di tirare a 500 metri..

Consideriamo anche che per avere 30 ingrandimenti dobbiamo, nel migliore dei casi, accontentarci di 5 o 6x al minimo, il che ci toglie possibilità crepuscolari e campo visivo per la cerca. Inoltre un cannocchiale ad alto ingrandimento molto spesso sarà di dimensioni piuttosto importanti e nella maggior parte dei casi avrà anche torrette enormi da cecchino che poco servono ad un cannocchiale da caccia.

Mi si obietterà che con 25-30x si può lasciare a casa il lungo, ed è un bel risparmio di peso. Vero! Però appena scende il sole non ci vedo più e soprattutto nella caccia al camoscio avere più ingrandimenti di 25 o 30 è quasi indispensabile ai fini della corretta valutazione. E poi, scusate se ci metto della poesia, osservare col lungo è un piacere, valutare col cannocchiale da puntamento una vera e propria violenza nei confronti dei nostri occhi costretti a stare per decine di secondi in uno spazio piccolissimo, pensato dai costruttori per i pochi attimi necessari alla mira e non per il tempo che serve a valutare degli animali.

Weidmannsheil!

Francesco Corrà

 

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