Ti sei mai chiesto come è fatto il tuo cannocchiale? Cosa c’è dentro? Come funziona lo zoom? Cosa succede quando dai un clic? Dov’è il reticolo e come funziona l’illuminazione? 

Queste sono cose che non si vedono mai né in fiera né in armeria, perché per mostrarle bisognerebbe smontare il cannocchiale, rendendolo invendibile. Sono cose che i cacciatori ci chiedono da anni, per semplice curiosità ma anche per capire il perché di tante cose che accadono al cannocchiale. Leica è stata felice di collaborare e ci ha messo a disposizione il tubo interno di un Magnus 2.4-16×56, per raccontarvi ogni segreto di questo elemento, che con qualità costruttiva, materiali e dettagli diversi da produttore a produttore è comunque comune a tutti i cannocchiali da puntamento con ingrandimenti variabili e reticolo illuminato sul mercato.

tubo interno magnus con magnus

Nella foto qui sopra vedi il tubo interno ritratto davanti al suo cannocchiale, più o meno all’altezza in cui viene posizionato in fabbrica al suo interno. I materiali utilizzati sono acciaio e lega di alluminio, vetro per le lenti e plastica soltanto per l’alloggiamento delle due vitine che si vedono nella parte superiore del tubo e che muovono le lenti interne dello zoom, come spiegheremo più avanti.

Da sinistra verso destra, appare subito in nero la parte su cui insistono i perni posizionati sotto le torrette dei clic laterale e verticale. Quando diamo un clic, andiamo a spingere o a rilassare questa parte, sotto la quale (e a sinistra della quale) ci sono una o due molle (a seconda della bontà dei prodotti, Leica ne usa due) a far da contraltare. La qualità delle molle è direttamente proporzionale all’affidabilità dei clic, naturalmente, così come la qualità della meccanica delle torrette, che devono comunicare al tubo sottostante l’impulso relativo a uno come a 100 clic, sempre e senza salti. Di questo abbiamo già abbondantemente parlato in un altro articolo su questo blog (link!).

Tornando al tubo, dopo la prima parte nera si vede un vero e proprio “tubetto”, qui in lega di alluminio, all’interno del quale sono posizionate le lenti che regolano lo zoom. La presenza delle lenti è tradita dai due fori che si vedono sul tubo, che mostrano il percorso delle lenti interne, con le loro relative viti, ben visibili nella foto. Quando si agisce sulla ghiera degli ingrandimenti del cannocchiale, non si fa altro che muovere queste lenti distanziandole e avvicinandole tra loro lungo il percorso obbligato dai fori, fino ad ottenere l’ingrandimento desiderato. Giacchè l’immagine del soggetto che stiamo mirando passa attraverso il tubo interno, muovere tutti questi elementi all’interno del cannocchiale può provocare, su prodotti di scarsa qualità, lo spostamento del punto d’impatto della palla. Ci pare di poter dire che è un problema inesistente su qualsiasi cannocchiale di alta qualità.

La ghiera degli ingrandimenti va ad incastrarsi proprio sulla parte in lega di alluminio che si vede posizionata tra i due elementi neri, in acciaio.

Spostandosi ancora verso destra, dopo un paio di ghiere di fissaggio in metallo si vede una linguetta  color rame che va a prendere l’impulso elettrico dalla batteria del sistema di illuminazione del reticolo, posizionata nel cannocchiale sotto l’elemento circolare che si vede sopra la scritta “Magnus” e che serve a regolare l’accensione e l’intensita di illuminazione del puntino centrale del reticolo. La “protuberanza” nera che si vede a destra della lunguetta, infine, ospita il led che genera il fascio di luce che va a colpire uno specchio, che a sua volta proietta il fascio stesso, con estrema precisione, sul puntino microscopico inciso al centro del reticolo. Proprio dalla precisione assoluta di questo sistema dipende la perfezione del puntino illuminato, che spesso vediamo, soprattutto in cannocchiali di media e bassa qualità, circondato da sbavature di luce che lo rendono di scarsa utilità.

Il reticolo, che una volta i produttori posizionavano sotto le torrette dei clic (sul primo piano dell’immagine), trovandosi allora tra le lenti dello zoom e l’infinito andava ad ingrandirsi proporzionalmente al soggetto mirato. Adesso, come si vede nella foto qui sotto, si trova inciso su una lente posizionata proprio sotto quella “protuberanza” che ospita il led di cui abbiamo parlato prima. Ci scusiamo per la qualità della foto.

tubo interno magnus reticolo

Trovandosi tra il nostro occhio e lo zoom, si capisce perché il reticolo non cambi dimensione quando variamo gli ingrandimenti. Ragionandoci sopra, si deduce anche la complicatezza cui vanno incontro i costruttori per muovere con precisione con le torrette dei clic un reticolo che dista da queste almeno 10 cm nel cannocchiale! Come vediamo nella foto all’inizio, il cannocchiale in questione è anche dotato di correttore di parallasse, su questo strumento è la ghiera dove è inserito il logo rosso. Non ne abbiamo parlato perché il sistema ottico mosso da questa ghiera si trova verso sinistra rispetto al tubo che abbiamo esaminato. Nell’immagine della sezione dei tre modelli della linea Magnus qui sotto, vediamo chiaramente quella che appare come una lente in più (anche se in realtà è un sistema di lenti, lo si vede vicino all’inizio dell’allargamento del tubo verso l’obiettivo) sul modello più in basso (il 2.4-16×56), dotato di correttore di parallasse, rispetto agli altri due (1-6.3×24 e 1.5-10×42) che non ce l’hanno.

Cut-Magnus-Range

Una curiosità sul reticolo, per finire. Il reticolo necessita di una lente su cui inciderlo solo nei cannocchiali con reticolo illuminato, perché è necessario un punto su cui proiettare l’illuminazione, oppure in quelli con reticolo balistico, per poter incidere le lineette dei riferimenti associati alle varie distanze di tiro. Se prendiamo un cannocchiale con reticolo non illuminabile e struttura a croce, quasi sempre troviamo il reticolo sotto forma di due “fili” incrociati appesi alla struttura del cannocchiale stesso. Questo spiega perché a volte nei vecchi cannocchiali capitava di trovarsi col reticolo che appariva rotto.

Speriamo di averti raccontato qualcosa di interessante.

Weidmannsheil!!

foto deer-1_72

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