Prova sul campo del binotelemetro supercompatto di casa Leica, con un tester straordinario
Abbiamo chiesto di testare il Geovid PRO 8×32 a Bepi Audino, uno dei padri della caccia di selezione in Italia, stimatissimo tecnico faunistico, cacciatore di montagna appassionato, gourmet e sapiente sperimentatore della selvaggina in cucina, e noto protagonista di splendidi film venatori su Caccia e Pesca TV.
A caccia di camosci.
Alpi cuneesi, novembre. E’ caduta la primissima neve, appena visibile qua e là sull’erba del colore dei manti invernali dei cervidi, e il cielo plumbeo con poco più di zero gradi ne promette altra. Siamo ospiti del concessionario di una splendida riserva alpina, che ci ha regalato la sua compagnia e una giornata di caccia al camoscio maschio nei primi giorni del periodo degli amori. Con noi padre e figlio Bepi e Bobo Audino, amici e personaggi notissimi ai cacciatori per i meravigliosi film in onda su Caccia e Pesca TV che girano insieme davanti (Bepi) e dietro (Bobo) alla telecamera. Bepi è un grande cacciatore di montagna, ed uno dei più rispettati conoscitori degli ungulati in Italia. Il personaggio ideale per testare quello che Leica presenta come il miglior binocolo con telemetro per la caccia in montagna al mondo, il nuovo Leica Geovid PRO 8×32. Oggi gireremo anche un film.
Una valle di larici, erba e rocce tra i 1500 e i 2000 metri
La foto qui sotto è scattata nel punto di partenza della nostra ricerca, che scollinerà nel punto centrale della valle in cui terminano i larici, per arrivare alla grande conca in cui cacceremo il nostro becco. La riserva è davvero ricca di rupicapre, ma anche di cervi, con presenza di mufloni e stambecchi. Fantastico.
Le lunghe distanze, l’angolo di sito importante, la giornata scura e uggiosa e la ricchezza di animali sono quanto di più perfetto si possa desiderare per mettere alla frusta un binocolo con telemetro dotato anche di funzione di guida al punto di impatto. Vediamo come il Geovid 8×32 PRO abbia semplicemente trionfato, per compattezza, qualità ottica, maneggevolezza, semplicità d’uso e capacitò balistiche e di guida all’anschuss allo stato dell’arte della tecnologia.
Il Geovid 8×32 PRO
Leica ha presentato il suo nuovo Geovid 8×32 PRO (con il fratello 10×32) all’inizio del 2022. Acclamato ed atteso da anni dai cacciatori di montagna soprattutto per le dimensioni e il peso contenuto dagli obiettivi da 32 millimetri, questo strumento si presenta anche con una serie di innovazioni e con un livello di tecnologia e di qualità ottica e meccanica che lo pongono come riferimento per chi desidera il miglior binocolo con telemetro integrato esistente sul mercato.
Il primo binotelemetro compatto con obiettivo da 32 millimetri al mondo adotta il top della tecnologia, con il corpo in magnesio interamente rivestito in gomma d alto grip e lo sviluppo più recente della tecnologia ottica Leica, con immagini perfette fino ai bordi del campo visivo, trasmissione di luce altissima, eliminazione dell’aberrazione cromatica e contrasti scolpiti. Il telemetro misura in un attimo la distanza compensata con angolo fino a circa due chilometri, da leggere su uno schermo pulito e piccolissimo a led, che non disturba l’osservazione.
Associandolo alla nuova APP gratuita Leica Ballistics è possibile avere il numero di clic da dare alla torretta di qualsiasi cannocchiale in base a tutti i parametri possibili, con la novità assoluta dei clic in deriva per compensare anche il vento, fino a 800 metri oppure, con l’upgrade alla versione Elite del programma, fino a qualsiasi distanza misurabile, con la precisione leggendaria del software americano Applied Ballistics, la Bibbia di ogni tiratore. La chicca è che con la stessa APP si combina la misurazione della distanza e la bussola del Geovid PRO con il GPS dello smartphone, e si può essere guidati fino al punto d’impatto dopo il tiro, un sogno che si realizza.
Il prezzo, grazie alle economie di scala di Leica che -unica sul mercato- il know how sui telemetri lo ha in casa, è adeguato allo strumento ma contenuto nei 3000 euro ormai largamente sforati da altre arche blasonate, che peraltro non sono in grado di esprimere un prodotto con obiettivo da 32 millimetri. Qui tutti i dettagli della presentazione dei nuovi Geovid 32 PRO.
Il Geovid 32 PRO è made in Portugal, nello stabilimento che Leica ha da oltre 50 anni a Porto, con 800 dipendenti e tecnologie e macchinari allo stato dell’arte. L’ho visitato questa primavera e sono rimasto impressionato. In realtà Il Geovid PRO come tutti i prodotti Leica sono costruiti parte in Germania e parte in Portogallo, le due fabbriche recentemente rifatte completamente lavorano in sinergia per completarsi a vicenda nella produzione delle parti e nell’assemblaggio degli strumenti.
Geovid PRO 8×32, test a caccia
Prima di tutto l’ottica: nelle aspettative dello stile Leica portato sui prodotti al top, abbiamo trovato la grande luminosità di immagini brillanti e senza aberrazione cromatica, con contrasti scolpiti, meravigliandoci della perfezione assoluta dell’immagine fino ai bordi del campo visivo e, soprattutto, della luminosità generale di uno strumento che regala risparmi di peso e ingombro senza far rimpiangere le prestazioni del classico obiettivo da 42 millimetri.
Per completezza di valutazione, indubbiamente in condizioni di luce scarsa il 42mm permette all’occhio osservazioni un po’ più rilassanti, ma questo 32 millimetri di ultimissima generazione ci ha dato decisamente la sensazione di permettere all’occhio di reggere tempi di osservazione consecutivi importanti, stancando la vista molto meno di quanto ci aspettavamo dalla nostra esperienza in fatto di 32mm.
Va detto che oggi nella caccia di selezione sia io che Bepi Audino deleghiamo totalmente al visore termico la funzione di ricerca dell’animale nell’ambiente, grazie alla rapidità con cui col Calonox View troviamo ogni animale anche seminascosto in un attimo e alla grande definizione dei dettagli freddi per avere i riferimenti per ritrovarlo facilmente poi col binocolo. Salvo che batta il sole sulla zona osservata, circostanza che inganna coi riflessi qualsiasi visore termico lasciando nuovamente al binocolo l’intera funzione di ricerca e prima valutazione, oggi il binocolo lo usiamo per riconoscere e sommariamente valutare ciò che abbiamo individuato col termico. Qui spieghiamo in dettaglio questo concetto che rivoluziona la caccia di selezione.
La meccanica è al top in stile Leica, con la grande ghiera di messa a fuoco fluida e robusta, la profondità di campo molto ampia che porta a rifocheggiare solo se si cambia drasticamente distanza di osservazione, le due ghiere di regolazione diottrica e di messa fuoco dello schermo led posizionate intorno agli oculari ferme e docili alla regolazione nel contempo.
Le conchiglie oculari girevoli scattano precise nello scegliere la distanza preferita della pupilla, più che sufficiente a permettere l’uso anche con gli occhiali; la gomma di protezione è piacevolmente morbida al contatto con sopracciglio e zigomo, e si possono togliere e rimettere per pulire bene la zona degli oculari, anche sotto l’acqua corrente. La tenuta stagna di Leica è una delle tante garanzie. Questo nuovo modello incrementa in modo ragguardevole rispetto agli altri binotelemetri anche la protezione in gomma della zona di uscita del laser in mezzo ai due obiettivi, che è la più delicata e a rischio in caso di impatto.
La maneggevolezza si è dimostrata essere uno dei suoi fiori all’occhiello. E’ davvero piccolo per essere un binotelemetro, al collo non si sente e si vede chiaramente che è progettato in ogni sua parte per essere impugnato ed utilizzato in modo estremamente confortevole, con il foro centrale in cui si infilano le ultime tre dita, lasciando l’indice a cadere naturalmente sul pulsante di misurazione. La gomma con cui è rivestito il Geovid PRO è assolutamente antiscivolo, morbida e robusta al tempo stesso, come ci si aspetta da Leica.
Non ha bubboni o strane protuberanze figli di compromessi per ospitare l’elettronica del telemetro da parte di produttori molto blasonati e evidentemente meno evoluti, ha la forma pulita e perfetta del binocolo e tradisce la presenza del telemetro all’interno esclusivamente per i due pulsanti rivestiti in gomma anch’essi.
I pulsanti di misurazione e di accesso al menu sono posizionati nel punto in cui l’indice destro cade più naturalmente, l’unico punto sensato in cui un costruttore può pensare di metterli.
Il telemetro ha una potenza senza precedenti e offre le funzioni balistiche più sofisticate e precise ma è anche pensato per chi vuole il massimo dell’efficienza e della semplicità; come Bepi, sempre riluttante ad accettare di addentrarsi in APP e menu per avere i clic su misura per la sua torretta balistica, anche se poi finisce per apprezzarne la grande precisione, adottandoli per i tiri a lunga distanza. Ciò che Bepi Audino ha apprezzato è che senza usare la APP dello smartphone basta attivare sul Geovid Pro la semplice distanza compensata con angolo di sito premendo i due tasti in sequenza per tre volte (qui il tutorial completo su come utilizzare il Geovid Pro 32), ed avere dal Geovid in tempo reale solo quella, per la prima volta in un telemetro direttamente e senza l’indicazione della distanza lineare corrispondente, fino a una distanza mai raggiunta prima da un telemetro con questa funzione, due chilometri. Va detto a onore del vero che quanto a potenza, abbiamo registrato su distanze molto elevate e superfici molto riflettenti prestazioni ottime ma inferiori a quelle cui siamo abituati dai modelli con obiettivo da 42 e 56 millimetri, che grazie alla lente maggiore hanno più spazio di tolleranza per ospitare il ritorno del laser.
Test Geovid 8×32 PRO: la prova sul tiro con i clic per la torretta balistica e la programmazione della APP
Eravamo a caccia e abbiamo trovato le condizioni per verificare la precisione del Geovid PRO nella sua funzione più naturale, quella di indicare i clic da dare alla torretta balistica del mio Magnus i 2.4-16×56 BDC su una distanza nell’ordine dei 300 metri, con 25 gradi di angolo di sito.
Complicato è un termine senza dubbio esagerato, per definire come arrivare ad avere i clic per la torretta balistica quando si preme il tasto di misurazione sul Geovid PRO. Ma certamente, come tutto ciò che pretende di essere preciso, un minimo di applicazione per imparare ad usare la APP Leica Ballistics sullo smartphone è necessario. Ecco cosa ho dovuto fare, a beneficio di chi si chiede se sia un’operazione alla portata di tutti. Per chi vuole, il tutorial spiega tutto in modo molto dettagliato e semplice.
Scaricata la APP Leica Ballistics gratuita sul mio telefono, comodamente seduto alla mia scrivania (non mettiamoci a fare operazioni che si possono fare a casa quando siamo a caccia!) ho inserito i dati relativi alla palla utilizzata, all’unità di misura dei clic della torretta balistica e alle condizioni di taratura, creando così uno dei vari profili corrispondenti alle armi/ottiche con cui caccio. Quando poi ho acceso il Geovid Pro che nella configurazione iniziale ha già il Bluetooth attivato (poi a caccia è il caso di disattivarlo per non vederlo sempre lampeggiante e per preservare la batteria) e dalla APP ho effettuato il collegamento, il Geovid ha assorbito da solo automaticamente dalla APP il profilo dell’arma desiderata. Quindi ho disattivato il Bluetooth dal Geovid Pro. Non è difficile!
A caccia quindi la APP per misurare non serve, pertanto al momento cruciale mi è bastato premere il tasto di misurazione del Geovid PRO per leggere prima la distanza, poi i clic compensati rispetto a tutti i parametri necessari. Per il tiro a 289 metri non ho avuto bisogno delle funzioni estese che, per 150 dollari da versare tramite APP direttamente al produttore Applied Ballistics in USA, forniscono le compensazioni balistiche fino a distanze oscene e in base a parametri che nessun cacciatore medio conosce, ma che sono cruciali per essere precisi oltre il 700-800 metri di distanza.
In pratica, il mio Geovid PRO a caccia era preimpostato per darmi i clic per compensare la caduta della mia Hasler Ariete da 122grani calibro .270 Winchester come il mio Blaser K95, equipaggiato col mio insostituibile Leica Magnus 2.4-16×56, la cui torretta sposta il reticolo in verticale di 1 centimetro a 100 metri per ogni clic.
Angolo importante di 25 gradi quindi, leggo sullo schermo pulitissimo e non invasivo del Geovid PRO 289 metri, seguito da C4, i clic sono solo 4, che muovo sulla torretta del Magnus. A caccia non serve, ma solo per fare la prova di cui scrivo, prima di misurare ho riattivato il Bluetooth sul Geovid, che si è collegato da solo automaticamente alla APP sullo smartphone, mostrandomi tutti i parametri di misurazione contemporaneamente al mio premere del tasto sul Geovid, come si vede nella foto qui sotto.
Il becco di 4 anni ha incassato una sola palla nel punto giusto e oggi che scrivo è già stato eviscerato da Bobo Audino e frollato 11 giorni a 2 gradi nella mia cella in pelo, ha “donato” ritagli di pelle e pelo ad un amico che ci farà mosche da pesca a regola d’arte, ed è infine stato trasformato in pezzi accuratamente rifilati e privati di tessuto connettivo, tendini e grasso per irresistibili pietanze crude o appena grigliate o anche, perchè no, arrosti, brasati e lessi, con relativo brodo dal sapore indimenticabile per minestrine e risotti da fini intenditori.
Test Geovid PRO: la prova della guida fino all’anschuss con la funzione Leica Pro Track
Per fortuna o purtroppo non abbiamo avuto bisogno di una reale giuda fino al punto di impatto, o in questo caso al punto in cui vedevamo giacere il camoscio abbattuto, poco più in là. L’animale infatti era a distanza ragguardevole, ma sempre a vista nel percorso tutto sul pulito per raggiungerlo.
Abbiamo comunque colto l’occasione per provare se il sistema funziona e quindi, dopo aver attivato il bluetooth sul Geovid abbiamo atteso una frazione di secondo perchè questo si connettesse automaticamente alla App Leica Ballistics sullo smartphone, quindi abbiamo selezionato la funzione Leica Pro Track sulla APP e, dopo aver calibrato la bussola come chiedeva la app stessa abbiamo seguito l’invito della APP ad effettuare una misurazione col Geovid PRO in direzione del camoscio.
Sulla APP sono apparsi immediatamente la distanza di 322 metri, insieme con ila freccia puntata nella direzione da seguire. Si può usare anche Google Maps, o il fantastico Base Map (un google maps per i cacciatori fatto in USA, da provare), ma solo se il segnale telecom è presente, o se si scaricano prima le mappe del territorio.
In questo caso la valle è stretta e il telefono non prende, quindi si usa la navigazione a frecce. Ci si muove verso l’animale e si vede di tanto in tanto che la freccia indica sempre la direzione giusta, con i metri della distanza che diminuiscono in un rassicurante conto alla rovescia.
A onor del vero siamo arrivati circa 4 metri più a destra del punto desiderato, ma tra imprecisione nel puntare l’animale col Geovid PRO e tolleranza attuale della tecnologia GPS per smartphone direi che il risultato pratico è semplicemente eccellente. Le dichiarazioni ufficiali di Leica infatti informano che la tecnologia GPS attuale espone a una tolleranza che può anche arrivare a 20 metri a 500 metri di distanza, decisamente accettabile per avere i riferimenti necessari a trovare l’anschuss.
Il Geovid PRO 8×32 ha superato anche questo test.
Chi è Bepi Audino
Giuseppe Audino da Chiusa Pesio, Cuneo, è assolutamente uno dei padri della caccia di selezione in Italia. Tecnico faunistico estremamente competente, decenni fa ha visto, tra i primi, le potenzialità del nostro territorio per ospitare la crescita della popolazione degli ungulati e ha creduto e operato in prima persona nei ripopolamenti e nelle reintroduzioni. Con risultati che tutti gli riconoscono.
Cacciatore appassionato tendente all’assatanato, adora le montagne e la caccia a palla e a pallini, e sa godere di ogni dettaglio che la natura delle alte quote offre a chi sa coglierlo. Cacciare con lui è un’esperienza fantastica, un mostro di sapere che sa stare al tuo livello, felice di vederti sparare e fremente come un bambino che d’istinto vorrebbe essere al tuo posto. Chi sa di caccia a palla in Italia lo conosce, lo stima e gli vuol bene.
Suo figlio Bobo ha ereditato la stessa passione, ed ha coltivato la poesia nell’apprendere l’arte della ripresa con la videocamera. Chi vede Caccia e Pesca su Sky li adora.