Carlo Mattiello partecipa a moltissime gare di tiro al cinghiale corrente, sia con la carabina che con la canna liscia. E vince. Molto spesso. Usando lo stesso cannocchiale, da un’arma all’altra, senza ritarare. Anche sulla canna liscia. È il Magnus 1.5-10×42 di Leica.

 

È di poche settimane fa la testimonianza di uno dei più importanti Professional Hunters operanti in Africa al mondo, Mauro Fabris, che ha raccontato e mostrato come dopo un anno di fortissime sollecitazioni di tiro con calibri importanti e di trasporti quotidiani ben poco delicati il suo Magnus 1.5-10×42 non ha ancora avuto bisogno di essere ritarato.

Non sappiamo se un cannocchiale subisca sollecitazioni più violente in un anno di caccia in Africa o in un anno di gare su un fucile a canna liscia. Quasi tutti i produttori di ottiche, per dare l’idea, sconsigliano vivamente ai propri clienti di montare un cannocchiale da puntamento su un fucile a canna liscia, spiegando che difficilmente il reticolo può mantenere la centratura con gli effetti del rinculo di questo genere di armi.

Carlo Mattiello è un tiratore, un tiratore vincente. Sia con il liscio che con il rigato sul cinghiale corrente, ma anche nel tiro di precisione a 200 metri con canna rigata. Solo nel 2015 ha ottenuto almeno 10 vittorie e svariati piazzamenti, chiunque faccia gare lo conosce e la rivista Armi e Tiro gli ha appena dedicato due pagine sul numero di Settembre 2015.

Leica Magnus 09-2015_0001 Leica Magnus 09-2015_0002

 

 

 

 

 

Incuriosito dalle dichiarazioni di Leica sull’affidabilità meccanica assoluta dei propri cannocchiali da puntamento, Carlo ha voluto provare e, con la collaborazione di Contessa e del suo attacco a sgancio rapido, ha deciso di affrontare il tiro alla sagoma del cinghiale corrente con un Beretta 302 a canna liscia e con una carabina Browning Bar Safari in 243.

Partecipa alla gara con la canna liscia, poi sgancia il Magnus col suo attacco e lo aggancia alla Bar, da i clic necessari, che conosce a memoria, per adattare il cannocchiale all’arma, e gareggia col rigato.

L’ultima doppia vittoria risale alla Gara della FIDC di Trieste e Gorizia, il 6 di questo stesso mese di settembre, ed è documentata da questa foto che si commenta da sola.

 

gara fidc trieste-gorizia 6-9-15

Giusto per mostrare che non era un caso, e che oltre all’ottica c’è anche il tiratore, la foto seguente certifica (a firma del Direttore di Tiro) come il nostro Mattiello abbia ottenuto, nel tarare la carabina col Magnus prima della gara di Gorizia al poligono di Illasi, il record del poligono stesso.

taratura illasi record poligono 30-8-15

 

Carlo Mattiello è davvero un mostro: solo pochi giorni prima, il 16 Agosto, ha trionfato con un punteggio incredibile di 83/100 in una gara alla sagoma di cinghiale corrente giocata su 10 tiri. Si trattava del Trofeo Città della Speranza ad Agna (PD). Eccolo soddisfatto vicino al bersaglio.

gara città della speranza 16-8-15

Carlo è sbalordito dalle prestazioni del Magnus e felice che la sua intuizione sia stata confermata dalle prestazioni ottiche e meccaniche di questo strumento unico, che Leica consiglia serenamente di usare indifferentemente sul 12 come sui peggiori calibri rigati, compreso il famigerato 338 Lapua Magnum accoppiato a canne con freno di bocca, che tante vittime illustri ha mietuto e miete tra le ottiche più prestigiose. Il segreto dell’affidabilità totale di tutti i cannocchiali Leica è composto in realtà di 3 elementi, unici e per nulla segreti: il tubo centrale fino al 50% più spesso di quello degli alti cannocchiali da caccia, il tubo interno -in cui risiede il reticolo- incastrato in quello esterno invece che sospeso su molle, ed infine la meccanica dei clic in acciaio 60 HRC e ottone. Non c’è cannocchiale dichiaratamente da caccia che possa anche lontanamente vantare caratteristiche come queste, tantomeno accoppiate ad una nitidezza d’immagine, ad un campo visivo record e ad una versatilità d’azione anch’esse senza pari sul mercato. Il Magnus 1.5-10×42 infatti, con il suo ingrandimento minimo 1.5x e il reticolo illuminato micrometricamente in 60m livelli diversi è adatto a mirare con entrambi gli occhi aperti se si caccia il cinghiale in battuta e nello stesso tempo, con 10x di ingrandimento massimo, la torretta balistica, il reticolo sottile e l’obiettivo da 42mm si presta in modo ideale ad affrontare la caccia di selezione, anche tiri piuttosto lunghi.

La raccomandazione di Carlo Mattiello, oltre che la nostra, è di non provare ad imitarlo con altre marche di cannocchiali, anche le più blasonate, soprattutto riguardo l’uso del cannocchiale sul fucile a canna liscia; la probabilità di finire in assistenza col reticolo rotto, se montate un cannocchiale da puntamento su un 12, è tutt’altro che remota.

bar safari 243

Carlo in posa orgoglioso della sua attrezzatura, una Bar Safari in 243 con il Leica Magnus 1.5-10×42. L’altra arma su cui monta il Magnus è un Beretta 302 in calibro 12.

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