Dov’è arrivata la tecnologia nei telescopi da osservazione? Parliamo di immagini dai contrasti perfetti, di oculari supergrandangolari per ampliare il campo visivo, di sistemi di messa a fuoco ultraprecisi, di moltiplicatori di ingrandimento per il poligono, di adattatori per fotografare bene e con semplicità.

APO televid 65 (1) bassa

Cosa deve avere un telescopio, o “lungo”, per fare al meglio il suo “mestiere”? O meglio, quali sono i problemi più grandi del lungo e cosa fanno le aziende per risolverli?

Partiamo da questi ultimi. I più grandi problemi di chi deve valutare un animale usando un telescopio sono prima di tutto trovare ed inquadrare rapidamente l’animale, quindi zoomare e focheggiare comodamente e con precisione per poter poi osservare bene i dettagli ad alti ingrandimenti. Infine, poter sopportare peso e dimensioni in camminate anche impegnative.

Traduzione in caratteristiche tecniche del lungo eccellente: 

– campo visivo più ampio possibile al minimo ingrandimento per trovare rapidamente l’animale;

– sistema di zoom e messa a fuoco comodi da trovare per le dita e da utilizzare, anche quando si hanno i guanti e il lungo è appoggiato allo zaino;

– sistema di messa a fuoco capace di focheggiare con la massima precisione

– qualità dell’immagine perfetta, soprattutto nei contrasti, per riconoscere i fori del proiettile al poligono e i dettagli dell’animale rispetto allo sfondo.

– dimensioni e pesi contenuti.

I pretendenti al ruolo di prodotto eccellente sono a buon diritto senza dubbio Swarovski con il suo ATX 65 e Leica con il suo Apo Televid 65.

Scegliamo senza dubbio il modello da 65mm di obiettivo sia per uso caccia che per il poligono, perché siamo in presenza di qualità ottica tale da rendere decisamente inferiore il guadagno in termini di prestazioni offerte dai modelli da 80mm e oltre rispetto all’importante aggravio di peso e dimensioni. Siamo sul chilo e mezzo, con Leica circa mezzo etto più leggero del concorrente. Se andassimo sui modelli più grandi, dovremmo essere preparati a mettere nello zaino almeno 4 etti in più.

audino ERi6

Uno dei problemi principali con cui si confronta chi usa un lungo a caccia e il campo visivo molto limitato. A volte “trovare” rapidamente  l’animale guardando nel lungo, anche al minimo ingrandimento, non è per niente semplice. I costruttori sono riusciti a fare qualche passo avanti rispetto al passato ed oggi un ingrandimento minimo 25X Swarovski e Leica offre un campo visivo di 41m a 1000m, superiore addirittura a quello che si otteneva a 20x con i vecchi 20-60.

Una volta trovato l’animale, si pone il problema di zoomare e mettere a fuoco rapidamente e con precisione. Mica sempre ci si porta dietro il treppiede, molto spesso si è appoggiati a terra o allo zaino. Leica offre una soluzione vincente sotto tutti gli aspetti con il classico zoom sull’oculare, facile da trovare, e soprattutto due ghiere per la messa a fuoco posizionate sulla parte superiore del corpo dello strumento, vicino all’attacco dell’oculare: una per mettere a fuoco molto velocemente, l’altra per raffinare la precisione della messa a fuoco stessa. Il risultato è un sistema che “lavora” sempre senza attrito con il terreno o lo zaino e che raggiunge rapidamente la perfezione nel mettere a fuoco il dettaglio.

Chiunque abbia esperienza di utilizzo di un lungo a caccia sa che ingrandendo oltre i 40 o 45x su perde in definizione e luce più di quello che si guadagna in dettaglio, col risultato che anche avendo 50 o 60 come ingrandimento massimo ci si ferma sempre ben prima anche se l’animale è a distanze importanti. Diverso è il discorso al poligono, dove effettivamente un qualche aiuto in più l’ingrandimento maggiore riesce a darlo, a patto che la giornata sia limpida. Leica ha appena presentato un semplice anello dotato di ottica, che si frappone tra l’oculare e il corpo dei Televid 65 e 82 e permette allo strumento, all’occorrenza, di arrivare a 90x.

Anche sulla qualità dell’immagine, sia in termini di luminosità che di definizione, i prodotti migliori sono arrivati ad un livello tale che per utilizzo venatorio – come abbiamo accennato sopra – un lungo da 65mm di obiettivo perde talmente poco rispetto ad uno da 80-85mm da renderlo senz’altro consigliabile. Il punto di forza di Leica sta nei contrasti, che permettono di distinguere come probabilmente in nessun altro strumento sia il foro del proiettile sul bersaglio, sia il contorno della sagoma di un animale.  Tuttavia, poiché per fortuna questo è un aspetto su cui ciascuno può fidarsi di se stesso, la scelta sta senza dubbio ta agli occhi del cacciatore, cui raccomandiamo un sano confronto in luce crepuscolare, su un soggetto possibilmente distante.

Uno sguardo all’utilizzo del lungo in chiave fotografica, il digiscoping. Sono anni che ormai un lungo di alta qualità può essere accoppiato alle fotocamere digitali per ottenere, con grande facilità foto accettabili anche se non si è dei professionisti. Basta un adattatore, ce ne sono vari a seconda delle esigenze e delle fotocamere utilizzate. Sono appena usciti o stanno per uscire anche quelli per i telefonini di ultima generazione, gli smartphone. Sempre più facile…

I prezzi di listino di questi lunghi da 65mm, completi di oculari, sono intorno ai 2700 euro.

Weidmannsheil!

Il lungo Apo Televid 65 di Leica, oltre alla tenuta stagna e ad immagini dai contrasti eccezionali, offre in alternativa alla visione inclinata a 45° quella perfettamente diritta, con la doppia messa a fuoco fine che permette rapidamente di ottenere il fuoco perfetto per valutare l’animale.
Il lungo Apo Televid 65 di Leica, oltre alla tenuta stagna e ad immagini dai contrasti eccezionali, offre in alternativa alla visione inclinata a 45° quella perfettamente diritta, con la doppia messa a fuoco fine che permette rapidamente di ottenere il fuoco perfetto per valutare l’animale.

 

APO-Televid82 Extender1.8x_right
Grazie ad un anello (si chiama extender 1.8x) da posizionare tra l’oculare e il corpo, il Televid può arrivare fino a 90 ingrandimenti.

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