Vittorio Taveggia è un cacciatore appassionato e un tiratore vincente, ben noto a chi frequenta i poligoni e a chi legge Armi Magazine e Cacciare a Palla, con cui da anni collabora sul tema della armi e della balistica. Quest’anno, Vittorio ha cacciato con un Leica Magnus 2.4-16×56 con torretta BDC…

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Vittorio Taveggia, classe ‘78, è da sempre appassionato di armi. Ha trascorso il giorno del sui diciottesimo compleanno in poligono per conseguire l’abilitazione. Il suo primo ungulato è dello stesso anno e oggi, pur ricordandoli tutti, non li conta più.
Persino la sua tesi di laurea in scienza della comunicazione aveva come tema la caccia.

Incontrarlo in una gara di tiro a palla significa vedere molto spesso un vincitore o uno che frequenta quasi sempre i vari gradini del podio. Dal 1994 ha ottenuto circa 300 piazzamenti e vinto 6 campionati, in diverse categorie. Vittorio è anche pubblicista da oltre 10 anni, con all’attivo oltre 150 articoli incentrati su prove tecniche di armi, ottiche, analisi di calibri e problematiche relative alla balistica.

Dal 2006 è stato socio di una ben nota azienda costruttrice di carabine da tiro, per poi, nel 2013, tornare alla disciplina come appassionato, riprendendo la conduzione dell’azienda agricola di famiglia nella sua Novara.

La caccia a palla è una passione non inferiore al tiro per Vittorio, che rappresenta un tester ideale per qualsiasi prodotto si voglia mettere alla prova profondamente. Nel 2014 ha cacciato con un Leica Magnus 2.4-16×56 con torretta balistica, portandolo con se anche all’estero in svariate esperienze. Le foto mostrano alcuni risultati, lui commenta così la sua esperienza con questo cannocchiale: “È ormai più di un anno che uso il Magnus: la curiosità di provarlo si è presto trasformata in stupore. La meccanica ineccepibile, con una fedeltà degna di un’ottica da tiro e affidabile come quelle degli strumenti militari sono veramente sorprendenti per uno strumento da caccia. Il tutto con una risoluzione ottica veramente stupefacente, anche per chi come me porta gli occhiali da più di metà della sua vita. Su questo punto mi viene in mente un caso su tutti: un vitello di cervo tirato in Repubblica Ceca a notte con il solo “aiuto” della luna piena e di una spruzzata di neve in terra, alla considerevole distanza (viste le condizioni di luce) di 180 mt. Credete che non è stato un tiro azzardato come potrebbe sembrare, infatti ho centrato perfettamente il cuore: non per particolare abilità e nemmeno per sorte. Semplicemente lo vedevo alla perfezione.”

Vediamo qualche ricordo delle cacciate di Vittorio col suo Magnus, compreso un bel capriolo in oro…

Weidmannsheil, Vittorio!!
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