Spendendo oltre 2000 euro, oggi le prestazioni ottiche che si trovano in un cannocchiale sono eccellenti ed è difficilissimo per un cacciatore percepire differenze rilevanti tra i modelli delle marche più importanti. Anche se non è difficile spiegare perché un prodotto offre una maggiore facilità di mira al crepuscolo di un altro, semplicemente guardando le differenze nel diametro della pupilla d’uscita, è vero che  la sfida tra i grandi produttori si sposta sulla meccanica. Tra grossi calibri e tiri lunghi la centratura del reticolo dei cannocchiali da caccia oggi subisce sollecitazioni impensabili solo qualche anno fa. Oggi poi il cacciatore di selezione usa continuamente le torrette, un tempo intoccabili, e vuole un cannocchiale dotato di clic impeccabili, come quelli delle ottiche militari. Vediamo perché i cannocchiali Leica sono quelli che rispondono a questa esigenza di affidabilità meglio di qualsiasi altro.

Il Magnus 2.4-16x56 i è il re dei cannocchiali da caccia di selezione
Il Magnus 2.4-16×56 i è il re dei cannocchiali da caccia di selezione

Se fino a poco tempo fa la scelta del cannocchiale si basava principalmente sulle prestazioni crepuscolari, oggi il livellamento verso l’alto della qualità ottica delle migliori marche e l’aumento delle sollecitazioni portate da torrette e grossi calibri spostano l’attenzione su caratteristiche che in passato erano molto meno rilevanti.

Vent’anni fa ci insegnavano a sparare con ingrandimento fisso, a calcolare la distanza sapendo quanto della cassa del capriolo è coperto dalla barra del reticolo, e quindi a mirare tanti centimetri sopra il filo della schiena quanto serviva in base al comportamento balistico della palla che usavamo. Funzionava non male, in effetti. Le torrette dei clic, comunque, le “toccava”  solo il nostro armaiolo una volta l’anno al poligono per controllare la taratura prima dell’apertura. Il tiro era raramente oltre i 200 metri, anche perché la precisione delle armi, delle palle e delle ottiche non consentiva un approccio eticamente accettabile a tiri molto più lunghi.

E parliamo di questo tiro lungo, vero argomento principe dell’ultimo decennio. I calibri per il tiro lungo sottopongono l’ottica a sollecitazioni meccaniche e vibrazioni fortissime che ne mettono a dura prova la tenuta della centratura del reticolo. Inoltre, il tiro lungo presuppone continui aggiustamenti di posizionamento del reticolo che causano ripetuto stress agli ingranaggi sotto le torrette dei clic.

I cacciatori e gli armieri tendono sempre più spesso a parlare di cannocchiali che non tengono la rosata o che non “prendono” i clic. In effetti non c’è niente di peggio per un cacciatore di trovarsi a dubitare dell’affidabilità della propria attrezzatura.

Non dimentichiamo che i vari tipi di torrette balistiche sul mercato, oggi il sistema più richiesto dai cacciatori per mirare a lunga distanza, basano la loro precisione esclusivamente sul meccanismo dei clic sottostanti, ancora oggi costruiti anche da alcune delle migliori marche con parti in plastica o metallo morbido e progettati su un concetto di tempi in cui la robustezza richiesta era decisamente inferiore.

Per sostenere le vibrazioni e il rinculo dei grossi calibri servono un tubo esterno di spessore rilevante e un tubo interno, su cui è fissato il reticolo, completamente incastrato alla struttura del cannocchiale. Per evitare gli effetti del il logorio dovuto all’utilizzo quotidiano delle torrette, è necessario un sistema di clic robusto e in metallo resistente all’usura.

Queste caratteristiche sono alla base della costruzione meccanica della linea di cannocchiali da puntamento Magnus (e Visus, LRS) di Leica. Il Magnus 2,4-16×56, oggi disponibile anche in versione senza reticolo illuminato, è stato testato per sostenere le sollecitazioni di qualsiasi calibro ed è dotato di un sistema di clic totalmente affidabile progettato per l’uso frequente, tipico della caccia di oggi.

Il tubo esterno da 30mm, infatti, è fino al 50% più spesso di quello dei concorrenti, con effetti importanti sulla resistenza del cannocchiale al montaggio e alle sollecitazioni del tiro.

Il tubo interno dei Leica è incastrato in quello esterno, con la certezza della tenuta della rosata con qualsiasi calibro e dopo centinaia di colpi, dimostrata da test svolti dal recordman Raniero Testa (oltre 60.000 colpi di Bar 30-06 sparati in allenamento con Magnus 1-6.3×24, senza mai ritarare l’ottica), dal presidente del SCI Italian Chapter Tiziano Terzi (50 colpi a canna liscia con palla Gualandi, Magnus i 1-6.3×24, alla fine la centratura del reticolo era ancora perfetta), dal PH Mauro Fabris (300 giorni di caccia in Africa con Magnus 1.5-10×42, senza dover mai ritarare).

Il sistema dei clic Leica è interamente in metallo, quasi tutto acciaio 60 HRC, e si basa su un sistema semplicissimo ma infallibile che consiste in una punta che insiste su una ghiera, entrambe in acciaio, con una molla dietro la punta che ne garantisce il rientro sul clic successivo ad ogni impulso delle dita sulla torretta.

Finalmente un cannocchiale da caccia associa prestazioni ottiche e robustezza meccanica, oltre ad una grande versatilità per affrontare al meglio la cerca, il crepuscolo e il tiro a lunga distanza.

La trasmissione di luce è oltre il 93% e la qualità delle lenti Leica non ha bisogno di presentazioni. Le lenti esterne sono protette dallo sporco e dall’acqua dal trattamento Acquadura™.

Per il tiro crepuscolare, il reticolo è illuminabile e si spegne automaticamente ogni tre minuti o se il cannocchiale si trova in posizione verticale, è sul secondo piano focale e si regola con 60 livelli di intensità luminosa, divisi tra diurno e notturno.

Il Magnus 56 è dotato di correttore di parallasse di precisione e di reticolo o torretta balistica, anche combinabili tra loro, per affrontare al meglio anche il tiro lungo.

La linea Magnus i è completata da un 1-6,3×24 dotato del campo visivo record di 44 metri a 100 metri e della pupilla d’uscita anch’essa da record di oltre 12mm, che lo rende il migliore per la caccia in battuta, da un 1,5-10×42 dedicato ai cacciatori di camosci e agli specialisti della cerca, e da uno splendido e luminosissimo 1.8-12×50, straordinariamente versatile e più compatto di qualsiasi altro variabile 12×50 al mondo.

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L’oggetto del desiderio per i cacciatori di selezione, con la sua campana luminosissima da 56mm, il suo robusto meccanismo dei clic e l’innovativo sistema di regolazione dell’illuminazione del reticolo

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I due ingranaggi principali della torretta dei clic dei cannocchiali Magnus
Il Magnus "i", qui nel modello da 56mm di obiettivo, con le novità e tutte le caratteristiche di eccellenza già presenti nella serie Magnus
Il Magnus “i”, qui nel modello da 56mm di obiettivo

 

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