Leica Magnus 1-6.3×24 è l’unico cannocchiale (insieme al suo “fratello” Leica Fortis 1-6×24) e Leica Tempus 2 l’unico Red Dot per la caccia al cinghiale che permettono di mirare perfettamente il cinghiale in movimento anche quando la fretta ci posiziona l’occhio non esattamente al centro dell’ottica o del punto rosso, e con la straordinaria sensazione di avere tutto il campo visivo a disposizione. Ecco perchè.

Occhi aperti, il cinghiale arriva dal lato correndo, a distanza ravvicinata, si imbraccia la carabina in un attimo e magicamente si acquisisce subito il target, con l’animale che passa dall’esterno all’interno dell’ottica o del punto rosso, perfettamente sul puntino illuminato, senza nemmeno percepire la minima interruzione data dalla sagoma del cannocchiale o del red dot. Si vedono tutto lo spazio osservabile e il reticolo o il puntino che guida la mira, niente altro. Questo è il campo visivo totale Leica. Vi raccontiamo perchè accade, e perchè se provate qualsiasi altro strumento non avrete mai questa straordinaria sensazione.

Mirare con successo un cinghiale che corre a distanza ravvicinata richiede prima di tutto una grandissima abilità al tiratore, ma anche la miglior immediatezza di acquisizione del bersaglio al sistema di mira utilizzato.
L’ottica e il punto rosso ideali:
- Permettono di mirare al meglio e immediatamente anche se si imbraccia la carabina in fretta e con l’occhio non perfettamente centrato sull’ottica/punto rosso.
- Con gli occhi aperti, lasciano che il cinghiale entri dall’esterno dentro il campo visivo dell’ottica/punto rosso senza alcuna interruzione dovuta alla sagoma circolare/quadrata dell’ottica/punto rosso, che deve dare letteralmente la sensazione di non esistere. Ad occhi aperti, si deve vedere tutto lo spazio inquadrabile dagli occhi, con un reticolo/puntino che guida la mira, e niente altro.
Il segreto del campo visivo totale nell’ottica da puntamento
Questo “segreto” è composto da due elementi, ugualmente fondamentali: uno è la capacità di offrire l’acquisizione perfetta della mira anche imbracciando frettolosamente, con l’occhio non perfettamente centrato sull’ottica. L’altro è la capacità di permettere ad entrambi gli occhi di seguire il cinghiale che entra nel campo visivo dell’ottica, senza percepire l’interruzione data dai bordi della sagoma del cannocchiale.
La perfetta acquisizione del target nella mira in movimento.
I due parametri che determinano l’immediatezza di acquisizione del target in movimento, che si trovano sui cataloghi dei produttori di ottiche, sono sono il campo visivo e molto più importante, la pupilla d’uscita.
Il campo visivo è il diametro del cerchio inquadrato dal cannocchiale, misurato convenzionalmente a 100 metri di distanza. In sostanza, è lo spazio orizzontale che riusciamo a mirare guardando attraverso l’ottica. E’ maggiore, quanto più basso è l’ingrandimento dell’ottica, e sui cataloghi si trova il dato del campo visivo al minimo e al massimo ingrandimento. Visto che si parla di mira ravvicinata in movimento, a noi interessa il valore a ingrandimento 1x, perchè è proprio a ingrandimento 1x che si può mirare con entrambi gli occhi aperti sfruttandoli entrambi, in quanto a 1x anche l’occhio che non guarda attraverso il cannocchiale vede con lo stesso ingrandimento dell’altro. I punti rossi, infatti, proprio per questo motivo hanno tutti ingrandimento 1x.. Esistono ottiche che partono da ingrandimenti inferiori a 1x, ma utilizzati al minimo costringono a mirare con un occhio solo e presentano in movimento vistose distorsioni all’immagine.
A ingrandimento 1x, nei cannocchiali classici da battuta col tubo da 30mm e obiettivo da 24mm il record assoluto spetta al Leica Magnus 1-6.3×24. A 100metri di distanza, il tubo del Magnus a ingrandimento 1x inquadra un cerchio con il diametro di 44 metri. Certamente, sul mercato esistono ottiche da battuta con campo visivo anche maggiore (a fronte di dimensioni maggiori del tubo centrale, come lo Swarovski z8i+ 1-8×24 col tubo da 34mm, che dichiara 50m di campo visivo a 100m a ingrandimento 1x), ma come spiegheremo qui di seguito il campo visivo da catalogo indica quanto spazio si riesce ad inquadrare attraverso l’ottica, mentre il campo visivo che interessa al cinghialaio è quanto spazio si riesce a inquadrare in assoluto, dentro e fuori dall’ottica, e con quale immediatezza si entra in mira anche imbracciando la carabina frettolosamente.
Se si mira con entrambi gli occhi aperti, si riesce ad inquadrare sia la porzione di spazio con il reticolo all’interno dell’ottica/red dot, sia quella esterna. Quando il cinghiale si avvicina correndo dall’esterno per entrare in mira, il campo visivo dell’ottica non basta, se l’ottica non tollera un’entrata in mira affrettata non perfettamente centrata, o se la sagoma circolare del cannocchiale o quella circolare/quadrata del red dot interrompono nella mira il movimento dell’animale.
Il dato da catalogo del campo visivo è un dato certamente importante, perchè mostra quanto spazio si riesce a inquadrare tenendo un’occhio chiuso, ovvero soltanto attraverso l’ottica. Ma non è il dato più importante ai fini della rapidità ed efficacia di acquisizione del bersaglio in movimento. Questo dato, nel cannocchiale da puntamento, è la pupilla d’uscita. E’ lo spazio all’interno dell’ottica utile alla pupilla umana per mirare all’interno dell’ottica e no, non è grande quanto la lente dell’oculare. E’ molto, molto più piccolo! Si legge in termini di diametro in cm sul catalogo del produttore dell’ottica, ma lo si può valutare sul campo nelle sue dimensioni traguardando nell’ottica da circa 40cm di distanza; contrariamente al caso del binocolo, per il quale il diametro della pupilla d’uscita è una funzione meramente aritmetica (diametro dell’obiettivo : ingrandimento), nel cannocchiale da puntamento la pupilla d’uscita dipende da quanto bravo è stato il produttore a concepire un’architettura ottica che offra una pupilla d’uscita generosa.
E’ logico che più è grande la pupilla d’uscita, più rapidamente la pupilla umana trova il centro del reticolo e acquisisce la mira. Con un diametro della pupilla d’uscita di 12.4 mm al minimo ingrandimento, Il Magnus di Leica offre alla pupilla umana uno spazio -record assoluto- veramente enorme; solo per dare un’idea della superiorità, il diametro della pupilla d’uscita del Magnus a ingrandimento 1x è addirittura del 53% maggiore di quello di un prodotto dalle caratteristiche tecniche paragonabili come lo Swarovski Z8i(o dello Z8i+) 1-8×24, sempre a 1x ovviamente.
Quelle che si vedono nella foto infatti sono le pupille d’uscita del Leica Magnus i 1-6.3×24 (a sinistra) e dello Swarovski Z8i(+) 1-8×24 (al minimo ingrandimento).

Per dare un’idea delle differenze enormi che si possono riscontrare sotto questo aspetto, basti pensare (catalogo produttori alla mano) che al minimo ingrandimento 1x il Leica Magnus ha il diametro della pupilla d’uscita più grande del 53% rispetto a quello dello Swarovski Z8i (o Z8i+). 12.4 contro 8,1mm. Lo stesso rapporto vale poi anche per gli altri cannocchiali delle due serie. Al minimo ingrandimento, qualsiasi Leica Magnus ha il diametro della pupilla d’uscita 12.4mm.
Per farla breve, immaginate il cinghiale che appare improvvisamente volando a 15 metri da voi, voi che imbracciate la carabina in fretta e furia per acquisire il target più rapidamente possibile, con l’occhio che difficilmente sarà da subito perfettamente centrato sul centro dell’ottica. Secondo voi, quanto più immediata sarà l’acquisizione del target, se la vostra pupilla ha a disposizione il 50% di spazio in più dentro l’ottica per posizionarsi perfettamente in mira? Rispondete pure da soli e, se avete voglia di andare in armeria, simulate la situazione per capirlo con una prova pratica!
La mira senza disturbo, con entrambi gli occhi aperti
Qui saremo più brevi, perchè è la pupilla d’uscita stessa, che con le sue dimensioni, mostra o nasconde i bordi esterni circolari dell’ottica, quando si mira ad occhi aperti. Con il Leica Magnus i 1-6.3×24, ovviamente a ingrandimento 1x, gli occhi entrambi aperti vedono tutta la scena senza percepire alcun problema a seguire il cinghiale nel momento in cui l’animale entra nello spazio inquadrato dall’ottica.
Immaginate anche qui il cinghiale che appare improvvisamente volando a 15 metri da voi, che alzate la carabina nella direzione che sta seguendo, per anticiparne i movimenti, tenendo entrambi gli occhi aperti per seguirlo alla perfezione. Grazie alla sua pupilla d’uscita enorme, solo con il Magnus 1-6.3×24 non vi accorgerete nemmeno di quando il cinghiale entra nel campo di mira del cannocchiale, se non perchè gli avrete posizionato il centro del reticolo esattamente dietro l’orecchio.
Campo visivo totale in un’ottica da battuta significa questo. E’ l’essenza del Magnus 1-6.3×24. Se avete piacere, provate e confrontate, e fatevi la vostra opinione.
Il Magnus in realtà ha dalla sua anche una meccanica dei clic in acciaio 60 HRC estremamente affidabile, e una costruzione interna talmente robusta che svariati test condotti negli anni scorsi hanno mostrato che è praticamente impossibile perdere la centratura del reticolo. Due esempi su tutti: un Magnus è stato utilizzato in allenamento dal campione Raniero Testa per oltre 50.000 colpi di carabina semiautomatica, un altro ha sostenuto un test di tiro con un calibro 12 e 20 colpi di palla Gualandi. In entrambi i casi, la centratura del reticolo è rimasta perfetta.
Qui il confronto tra i migliori cannocchiali da caccia in battuta, con tutti i minimi dettagli.
Il segreto del campo visivo totale nel punto rosso.

La foto qui sopra mostra una comparazione tra due star del mercato dei red dot per la caccia al cinghiale e il confronto in termini di acquisizione del bersaglio appare decisamente impari.
In questo caso il segreto dietro alla nota superiorità del Leica Tempus prima e ora del nuovo Leica Tempus 2, che è diverso e innovativo rispetto al primo in molti aspetti, ma rimane identico in termini di lente e acquisizione del target, è proprio nella lente.
Leica è una delle più importanti aziende del mondo nel campo della fotografia, e proprio dai suoi teleobiettivi fotografici viene la lente asferica che equipaggia il Tempus e il Tempus 2 di Leica. La lente asferica elimina ogni distorsione all’immagine, letteralmente come se il vetro non ci fosse, e da agli occhi aperti che mirano la stessa sensazione del Magnus, ovvero fa “sparire” i bordi neri quadrati della sagoma dello strumento quando il cinghiale passa dall’esterno all’interno dello spazio inquadrato dal Tempus.
Tutti i dettagli sul Tempus 2 qui.
Ultimo segreto… se andate in armeria e provate, provate, e confrontate, arriverete alle stesse conclusioni, ma lo avrete fatto con la vostra opinione!

In bocca al lupo!

Nota: Chi scrive è di parte relativamente a Leica Sport Optics, pertanto il contenuto di questo articolo, pur essendo a nostro avviso tecnicamente ineccepibile, è chiaramente di parte.