CACCIA AL CINGHIALE: Test comparativo tra i migliori punti rossi: LEICA TEMPUS ASPH; AIMPOINT MICRO H2; DOCTER SIGHT PLUS III.

di Marco Benecchi*

Uno dei più autorevoli tester possibili ha confrontato sul campo tre tra i migliori sistemi di mira a Punto Rosso in commercio. Ecco i suoi rilievi.

Nota: Questo articolo è ospitato su un blog di parte (Leica), ma è totalmente indipendente e riflette esclusivamente le opinioni personali dell’autore, dopo aver testato il nuovo Leica Tempus Asph 3.5 MOA a confronto con quelli che ritiene essere due dei modelli di punto rosso più performanti sul mercato.

Testo e foto di Marco Benecchi* Comparativa LEICA TEMPUS vs AIMPOINT vs DOCTER SIGHT PLUS III. La caccia al cinghiale non è più la stessa! Almeno non come la intendevano i nostri padri o i nostri nonni. Sono cambiate le tecniche di caccia, le armi ed anche le abitudini dei selvatici. Oggi i cinghiali sono più numerosi, più aggressivi e più propensi a percorrere spazi aperti durante la fuga. Il tiro non avviene più “entro i venti – trenta metri”, ma può capitare di dover sparare ben oltre, dove le sole mire metalliche non sono in grado di garantire una buona precisione di tiro. Fortunatamente la tecnologia e l’elettronica ci sono venute incontro e molte ditte costruttrici di strumenti ottici da mira si sono cimentate nella progettazione e nella produzione di un collimatore in grado di proiettare su un vetro un punto circolare di colore rosso, comunemente chiamato “Dot”, molto visibile e di precisa regolazione. Questa geniale invenzione permette ai cacciatori di puntare velocemente la loro arma, di allineare il vistoso punto rosso sul bersaglio e di tirare il grilletto in un lasso di tempo brevissimo, risparmiando secondi preziosi nel cercare la tacca di mira ed il mirino, nel posizionarli a dovere e nel puntarli contro il selvatico in movimento. Il successo di questo nuovo e rivoluzionario sistema di mira è tale che almeno tre cacciatori di cinghiali su cinque montano un collimatore Red Point sulle loro carabine semiautomatiche ed anche, perché no, sugli express. E’uno strumento relativamente semplice, sia come concezione elettro-meccanica sia come regolazione, uso e manutenzione, che assomiglia molto ad un comune cannocchiale, ma è di dimensioni molto più ridotte. Non ha ingrandimenti perché è stato progettato per tirare con ambedue gli occhi aperti e a brevissima distanza, ma mantiene le due regolazione dell’alzo e della deriva come gli impianti ottici classici. Molti modelli hanno un potenziometro graduato che serve a regolare l’intensità del punto luminoso, mentre altri possiedono anche una seconda ghiera che permette di modificare persino le dimensioni del “Dot”. Non possiede regolazioni diottriche essendo sempre a fuoco. Non sono poche quelle ditte costruttrici di ottiche ed accessori che hanno in catalogo strumenti di questo tipo ed io ne ho voluto provare e confrontare tra loro tre tra i modelli più usati nella caccia al cinghiale in battuta, molto diversi tra loro come concezione strutturale: ilDocter Sight Plus III, l’Aimpoint Micro H2 e il nuovissimo Leica Tempus ASPH. Vediamo nel dettaglio quali sono le loro caratteristiche principali.

Il Micro H2 ovviamente deriva dal suo predecessore, il Micro H1, ma possiede quel pizzico di grinta in più che lo rende molto adatto per la caccia in battuta. Possiede un campo visivo illimitato, è esente da fastidiosi problemi di parallasse, non risente delle condizioni climatiche più estreme, è molto preciso, robusto, durevole e non è costruito con materiali tossici sia per il tiratore sia per l’ambiente. Non ha immissioni Laser pericolose ed è dotato di un potenziometro-interruttore meccanico molto preciso ed affidabile. Ma il punto di forza dell’Aimpoint Micro H2 sono le sue dimensioni ed il suo peso. Ha un ingombro talmente modesto che non influisce assolutamente né sul peso né sul brandeggio dell’arma sul quale andrà montato. Con i suoi 68 mm di lunghezza totale e i 93 g di peso, si pone ai vertici della categoria come il più compatto sistema di mira “non olografico” oggi in produzione. Nel Micro H2 la proiezione del punto rosso avviene sempre su un sistema di lenti di eccellente vetro ottico, installate all’interno di un cover tubolare in lega di alluminio aerospaziale che gli garantisce una robustezza eccezionale e che lo protegge contro gli urti involontari e gli energici rinculi delle potenti munizioni. Le lenti ottiche d’alta qualità opportunamente trattate antiriflesso garantiscono sempre un’immagine nitida e brillante e consentono un rapido e perfetto allineamento del bersaglio. L’H2 è stato arricchito con una coppia di comodissimi tappi coprilenti di tipo Flip Open ad “apertura rapida”, che consentono di poter sparare anche quando sono chiusi. Il nuovo modello è ancora più robusto e più impermeabile dei precedenti anche in condizioni più estreme, non a caso è stato collaudato dal caldo torrido delle savane africane alle gelide tundre artiche. Grazie alle modeste dimensioni del dot (2 MOA) e alla modernissima elettronica adottata, anche il consumo della batteria a pasticca CR 2032 è minore. La sua particolare costruzione tubolare non penalizza il cacciatore-tiratore neanche in cattive condizioni avverse di luce. Un’altra qualità degna di nota di questo piccolo gioiello meccanico-elettronico è il valido sistema di regolazione del punto di mira, impeccabile sotto tutti i punti di vista, perché molto simile a quello adottato da tutti i migliori costruttori di cannocchiali da mira tradizionali. Le regolazioni avvengono con estrema precisione e sono di un’affidabilità assoluta. Il Micro H2 è di facile installazione, veramente alla portata di tutti. Può essere montato con diversi tipi di adattatori sia su basi fisse sia a sgancio rapido, dalle comunissime Weaver – Piccatinny, alle scine standard europee da 12 mm. Inoltre sono disponibili attacchi speciali dedicati per tutti i semiauto più comuni ed anche per numerose bolt come: Blaser, Merkel, Sauer, Browning, Benelli, etc. Viene venduto in una pratica confezione, completo di garanzia e d’istruzioni in diverse lingue e piccolo cacciavite utili al montaggio.

Anche il Docter Sight Plus III deriva dal suo predecessore, il modello Sight II, ed è un puntatore molto moderno come quelli che sono montati sugli schermi dei moderni aerei da caccia. La proiezione del punto rosso avviene sempre su una singola lente di vetro, protetta da un castello in lega di alluminio aerospaziale e mantiene le ridottissime dimensioni, il peso irrisorio e un’ottima robustezza contro urti involontari. Con i sui venticinque grammi di peso, 46 x 25,4 x 23,7 mm di dimensioni totali, il Docter S III è il più piccolo puntatore olografico ottico – elettronico al mondo, inoltre è affidabile sia in campo venatorio sia in quello sportivo ed è completamente essente da parallasse fino alla distanza di quaranta metri. L’apparato ottico è in cristallo d’alta qualità che garantisce un’immagine nitida e brillante e un rapidissimo e perfetto puntamento. La Terza generazione è stata arricchita con un selettore che si attiva con un magnete posto sul lato sinistro del coperchietto di protezione, il quale permette di poter scegliere tra tre diverse dimensioni di dot da minimo a massimo. Ha un consumo più contenuto della batteria, la cui carica è monitorata da un piccolo led. La sua particolare costruzione aperta non fa soffrire il cacciatore, che è costretto ad usarlo con carenza d’illuminazione e nemmeno in cattivissime condizioni avverse. Una delle qualità più esclusive di questo piccolo gioiello è il sensore, posto anteriormente sotto la lente. Funge contemporaneamente da interruttore on – off e da regolatore automatico dell’intensità del punto di mira. Infatti, per accendere in punto rosso, è sufficiente rimuovere il coperchio di protezione di plastica ed appena il sensore capta la luce, regola anche l’intensità del led. In questo modo il mirino luminoso non disturba la vista al buio e non è troppo debole in piena luce diurna. L’assenza d’interruttori-potenziometri esterni ha talmente ridotto il peso e l’ingombro dell’S III da renderlo particolarmente adatto al montaggio anche su pistole e revolver. E’ di facilissima installazione, mentre occorre avere una discreta esperienza pratica per eseguire la taratura. Viene venduto in una simpatica confezione, completo d’istruzioni in diverse lingue compreso l’italiano. All’interno della scatola c’è una piccola chiave a brugola da1,5 mm, un minuscolo cacciavite per intervenire sulle viti di regolazioni e di blocco e un disco graduato, dove sono riportati con precisione i riferimenti per un’accurata messa a punto. La taratura del punto d’impatto può essere impostata in verticale e in orizzontale in modo estremamente accurato, tramite due viti di precisione provviste di fine corsa e di grani di bloccaggio. L’elettronica e le componenti meccaniche del Docter III sono resistenti alla pioggia ed il corpo, costruito con materiali sceltissimi, garantisce un funzionamento impeccabile e duraturo nel tempo. Purtroppo ha un piccolo difetto, non permette una rapida sostituzione della pila (CR 2032), operazione abbastanza scomoda da fare, specialmente sul terreno di caccia.

Nel 2018 anche LEICA Sport Optics, tra i leader mondiali nella produzione di binocoli e cannocchiali da mira, ha deciso di proporre un proprio modello: il nuovo TEMPUS ASPH. Con questo strumento Leica segna uno straordinario progresso nei sistemi di mira a Punto Rosso per la caccia in battuta, perché grazie alla sua esperienza nel campo fotografico, è stato il primo costruttore a progettare un mirino di tipo olografico con una lente asferica che produce un punto illuminato ancora più nitido e brillante, un’altissima qualità d’immagine e uno straordinario comfort visivo. I vantaggi di questa innovazione si percepiscono immediatamente traguardando attraverso l’unica lente presente nel Tempus, la nitidezza d’immagine colpisce con contrasti scolpiti e fedeltà cromatica assoluta. La mira risulta pulita con assenza di curvature anche in movimento, consentendo una rapidissima acquisizione del bersaglio con entrambi gli occhi aperti e una sensazione visiva come se la struttura dello strumento virtualmente non esista. Il punto illuminato regolabile in ben 12 livelli d’intensità è talmente definito che appare del tutto simile a quello dei migliori cannocchiali da puntamento e non disturba quindi nell’acquisizione del bersaglio. Si spegne tenendo premuto il meno e si riaccende tenendo premuto il più per tre secondi. E’ possibile scegliere la versione da 2 oppure quella da 3,5 MOA. La struttura compatta e leggera del Leica Tempus ASPH è realizzata da un pezzo unico di lega leggera aerospaziale robustissima, garanzia di grande stabilità e efficienza nel tempo. La tenuta è stagna e tutto l’insieme è compatto e leggero, 53.5 x 34.5 x 28 mm per soli 37grammi. La taratura del Red Point avviene tramite un sistema di click preciso e affidabile, che garantisce una regolazione massima di 100 MOA x 100 MOA e si sblocca-blocca semplicemente con una normale chiave a brugola. Il Tempus dimostra il suo eccellente lignaggio anche nei dettagli, come la possibilità di sostituire la batteria senza dover smontare lo strumento, lo spegnimento automatico dopo 4 ore di inutilizzo e la precisione di mira anche sulle distanze più lunghe grazie alla assenza di parallasse oltre i 50 metri. A nostro parere potremmo definire l’ASPHs come l’evoluzione della specie, davvero “il PUNTO di ARRIVO” , perché racchiude tutte le migliori caratteristiche che hanno gli altri concorrenti. Permettetemi di dirlo ma mi è sembrato davvero perfetto. La proiezione del punto rosso avviene su una singola lente di vetro, protetta da un castello in alluminio sottilissimo, che quasi non si avverte neanche che ci sia. Potrebbe sembrare meno robusto del classico tubo, ma date le scarse dimensioni ed il peso ridottissimo è molto difficile che lo strumento subisca urti involontari. “Le ridotte dimensioni” sono il suo principale punto di forza! Il Tempus consente un rapidissimo e perfetto puntamento, perché prevede un montaggio molto basso, poi la sua particolare costruzione “aperta” non fa soffrire il cacciatore che lo usa di carenza d’illuminazione nemmeno in cattivissime condizioni avverse. La taratura del punto d’impatto in verticale e in orizzontale avviene in modo estremamente semplice e accurato. L’elettronica e le componenti meccaniche sono resistenti alla pioggia e alle intemperie, perché costruiti con materiali sceltissimi che garantiscono un funzionamento impeccabile e duraturo nel tempo. Per concludere, vorrei ricordare che il nuovissimo collimatore elettronico Leica Tempus può essere fornito con una serie completa di basette adattatrici che consentono di poterlo montare su qualsiasi tipo di arma lunga o corta, sia in modo fissa sia in modo amovibile. Chi desidera dotare la propria arma con gli attacchi di tipo amovibile, ci permettiamo di consigliare gli splendidi Contessa Ultralow per scina standard europea da 12 mm, oppure quelli per guide Weaver – Picatinny. Al poligono di tiro i risultati sono stati davvero eccellenti, ma ci riproponiamo di testarlo a dovere nel terreno che gli è più congeniale: quello di caccia.

Ed ora eccoci arrivati a pronunciare l’ardua sentenza: quale il migliore o quale il peggiore tra i tre? Il Micro H2 e il Docter III, con i loro pregi e i loro difetti, ho già avuto modo di provarli anche a caccia, con ottimi risultati. I due strumenti più o meno si equivalgono, anche se l’Aimpoint costa circa duecento euro in più del suo antagonista, che di questi tempi non sono certo pochi. Il Leica Tempus deve essere ancora battezzato sul terreno di caccia, ma se è vero quel che dice il proverbio: “Che il buon giorno si vede dal mattino”, credo che non ci riserberà grosse sorprese.

Il mio giudizio finale è il seguente: il Docter III è molto leggero, vanta un montaggio più basso, dimensioni più contenute e un campo visivo insuperabile. Le sue piccole pecche sono: è abbastanza delicato, usarlo controsole non è certo confortevole se non addirittura impossibile, tararlo comporta una discreta esperienza pratica e quando piove intensamente è molto penalizzato. L’Aimpoint Micro H2 è molto avanzato tecnologicamente, ma rimane pur sempre un “tubo chiuso”, anche se di ridottissime dimensioni. Personalmente ho constatato che non eccelle nell’acquisizione rapida del bersaglio, potrà essere perfetto nei boschi di alto fusto dell’Europa Centrale, ma non altrettanto nella fittissima macchia Mediterranea. E’ perfettamente esente da parallasse, è facile da azzerare da qualsiasi utilizzatore, consente una precisa regolazione del dot secondo esigenza, è completamente impermeabile, è molto robusto (tanto da essere indicato anche per scopi militari), ma mirando verso il bosco in velocità non regge il confronto con un sistema di mira olografico che non ha quasi “contorni periferici”. Il Leica Tempus racchiude tutti i pregi dei sui due concorrenti, forse anche perché è quello di più recente concezione e quindi ha avuto modo di apportare le dovute migliorie al progetto iniziale. Come difetti potremmo contestare un piccolo spessore in più. La sua linea di mira risulta leggermente (ma solo di pochi millimetri) più alta rispetto agli altri, ma è una cosa davvero da poco. I “Click” di regolazione, il campo visivo eccezionale, il potenziometro digitale e la possibilità di sostituire in un attimo la batteria, lo pongono al vertice della categoria.

Per concludere, potremmo dire che il Docter III resta ottimo per tirare in ambiente molto fitto ed entro i quaranta metri di distanza. Il Micro H2 è forse più avvantaggiato dove la vegetazione è meno sporca e i tiri piuttosto lunghi e il Leica è un vero e proprio jolly tuttofare, nitido nell’immagine, con contrasti scolpiti e fedeltà cromatica assoluta, con entrambi gli occhi aperti e la sensazione visiva che la struttura dello strumento virtualmente non esista. Sono stato tra i primi ad usare il collimatore elettronico a “Punto Rosso” nella caccia al cinghiale in battuta e avendola praticata intensamente per tantissimi anni, posso garantirvi che è il sistema di mira più idoneo per questo genere di caccia.

And the winner is…

*Marco Benecchi, maremmano DOC, cacciatore di ungulati con una passione particolare per il cinghiale. Marco è molto conosciuto per gli articoli che ormai da decenni pubblica sulle maggiori riviste venatorie nazionali. È una delle persone più competenti in Italia sulle armi e i sistemi di mira per la caccia a palla, sia per passione tecnica che per effetto della sua straordinaria esperienza venatoria quotidiana. Tiratore sopraffino, tanto che secondo “amici e conoscenti” detiene il record mondiale di cinghiali abbattuti in una sola azione di caccia durata pochi secondi con carabina semiautomatica. Senza dubbio è stato un pioniere nell’utilizzo di sistemi elettronici da mira per la caccia al cinghiale in battuta 

Marco Benecchi e il suo record

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